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Milano, sono più sporche le auto del car sharing o quelle private? Ecco il test

L'esperimento ha riguardato dieci auto del car sharing in servizio a Milano. Ecco cosa è emerso

È più sporca un'auto del car sharing o una macchina privata? Non è una domanda banale anche perché è una convinzione diffusa, soprattuto in tempi di pandemia, che un'auto privata sia più sicura sotto il profilo igienico sanitario. Una convinzione, ma è davvero così? Per rispondere all'interrogativo la rivistaQuattroruote, aiutata da un chimico, ha sottoposto a una serie di test un campione di auto condivise scelte a caso per le strade di Milano, misurando la carica batterica degli abitacoli, indice, secondo la comunità scientifica, del grado di pulizia delle vetture.

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L'esperimento: auto private e del car sharing a confronto

L’indagine, pubblicata nel numero di settembre, ha interessato dieci vetture di tre società di car sharing, in particolare quattro Fiat 500 di Enjoy, quattro Smart fortwo di ShareNow e due Volkswagen Polo di Ubeeqo; per disporre di termini di riferimento sono state testate preliminarmente tre auto di privati, una appena sanificata, una sanificata da quattro mesi ma utilizzata solamente dal proprietario, un’altra ancora pulita da due settimane, ma impiegata abitualmente da una famiglia con bambini.

Il test eseguito, più nel dettaglio, ha previsto l'utilizzo di tamponi che sono stati passati sulle parti più critiche di ogni abitacolo: quelle su cui si appoggiano frequentemente le mani (volante, maniglia interna, pulsanti, pomello del cambio, leva del freno a mano, schermo touch, tasti della console centrale e cintura di sicurezza). I tamponi sono stati poi inseriti in uno strumento basato sulla bioluminescenza che ha dato il suo responso.

I risultati

E i risultati hanno dato esiti inaspettati. Salvo qualche eccezione la quantità di carica batterica rilevata sulle varie parti delle auto delle società di car sharing è risultata inferiore rispetto a quella delle vetture di riferimento, compresa quella impiegata da un’intera famiglia.

Carica batterica a parte, l’indagine ha messo in evidenza come spesso negli abitacoli delle vetture si trovino rifiuti abbandonati dagli utenti (bottigliette, fazzoletti di carta, involucri di alimenti): indici non della mancanza d’igiene delle vetture, ma della scarsa educazione degli utilizzatori. I test hanno infatti mostrato come la carica batterica misurata a bordo di auto apparentemente pulite possa essere pari o superiore a quella di vetture trattate come cestini dell’immondizia. Tirando le somme si può dire che esiste uno sporco visibile e uno invisibile, senza che ci sia una correlazione diretta tra le due situazioni.

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