rotate-mobile
Attualità

Treni, il Pd lancia la petizione per "cambiare" Trenord

Ancora problemi sulla puntualità e le soppressioni dei treni, anche se secondo l'amministratore delegato di Trenord la situazione migliora

Lunga mattinata dedicata a Trenord e al servizio ferroviario al Pirellone: in commissione infrastrutture e trasporti era prevista l'audizione di Marco Piuri, amministratore delegato dell'azienda di trasporto via rotaia in Lombardia. In vista, nel 2020, c'è la scadenza della concessione del servizio alla società controllata per il 50% da Ferrovie dello Stato e per il 50% da Ferrovie Nord (e quindi Regione Lombardia stessa). 

Se Piuri ha snocciolato dati che presentano una buona fotografia del servizio, le posizioni politiche in Regione restano molto distanti: da una parte il centrodestra, che inizia ad ammettere che il servizio ferroviario ha lacune da superare ma tende a difendere la situazione di Trenord e le buone intenzioni per il futuro; dall'altra le opposizioni (5 Stelle e centrosinistra) estremamente critiche, con il Pd pronto anche a raccogliere firme nelle stazioni lombarde per chiedere che si interrompa «l'esperimento Trenord».

In audizione, Piuri ha elencato i buoni risultati raggiunti su alcuni parametri come la riduzione delle soppressioni (da 120 a 40 al giorno, ma non molte di queste direttamente imputabili a Trenord), il miglioramento della puntualità, il successo di Malpensa Express che ha risposto bene all'aumento di passeggeri dovuto alla chiusura di Linate per lavori. E tutto si migliorerà ulteriormente con i nuovi treni (180) che inizieranno a circolare a partire dal mese di gennaio del 2020, al ritmo di due al mese. 

A binario unico metà delle linee lombarde

Riguardo ai problemi con le infrastrutture, Piuri ha segnalato ad esempio che il 53% delle linee lombarde è a binario unico. «Il sistema ferroviario - ha concluso l'ad di Trenord - ha bisogno di maggiore fluidità: basti pensare al ritmo di crescita di Milano Centrale, che nel 2015 accoglieva 550 treni al giorno, oggi ne riceve 680, che saliranno a oltre 700 con il cambio orario di dicembre. La Lombardia ha un servizio ferroviario senza pari in Italia e merita treni e reti adeguati a garantirlo».

«Saremo contenti solo quando tutti i treni arriveranno puntuali», ha indirettamente risposto Claudia Maria Terzi, assessora leghista alle infrastrutture e trasporti: «C'è un obiettivo miglioramento su puntualità e soppressioni, ma abbiamo anche visto che alcune linee hanno performance peggiorate. Come assessorato siamo impegnati nei tavoli con i pendolari per affrontare, per ciascuna linea, il motivo principale dei disagi. Non possiamo definire esaustivo l'intervento di Trenord ma conta molto anche l'impegno che ci metterà Rfi per migliorare le infrastrutture».

Stazione Centrale "sovraffollata"

E per quanto riguarda il "sovraffollamento" della Stazione Centrale, Terzi ha "aperto" alla possibilità di trasferire varie linee su Garibaldi, non prima di averne parlato coi pendolari, specificando che non si tratta di scelte della Regione ma di indicazioni di Rfi («è lei a dirci che in Centrale non ci sta più nulla»). L'assessora ha aggiunto che «la difficoltà di muovere i treni da e per la Centrale è una delle cause dei ritardi e delle difficoltà».

Il Partito Democratico però sale sulle barricate e lancia una raccolta firme per dire basta a Trenord in vista della scadenza della concessione nel 2020. «Regione Lombardia si è dimenticata dei pendolari, continua a dire che le cose migliorano. Daremo voce ai cittadini con una raccolta firme e iniziative specifiche per fare valere il lavoro svolto dai nostri consiglieri regionali con i confronti continui con i comitati dei pendolari», ha spiegato Vinicio Peluffo, coordinatore regionale del Pd.

«Accampano scuse come il caldo eccessivo o l'orario delle scuole», ha commentato l'audizione Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd: «Sicuramente concorrono a peggiorare il servizio, ma la Regione, da 25 anni di governo di centrodestra, non ha mai messo le infrastrutture al centro del dialogo con i vari governi che si sono succeduti. E così oggi si trovano di fronte a dati come le linee a binario unico che sono più della metà del totale».

«Trenord non funziona», ha proseguito Bussolati: «Ci sono continui rimpalli di responsabilità e incapacità di fare investimenti. E c'è anche un tema ambientale nel momento in cui i treni vengono tolti e sostituiti dagli autobus. Oggi abbiamo notato che nel centrodestra si aprono spiragli, ma la responsabilità politica principale è della Lega, del presidente Attilio Fontana e dell'assessora Claudia Maria Terzi».

Alla possibilità di superare Trenord, l'assessora Terzi non ha in realtà chiuso totalmente: «Stiamo arrivando alla scadenza del contratto e valuteremo tutte le ipotesi possibili compresa quella di non rinnovare la concessione a Trenord», ha affermato, specificando però che «non esistono grandi alternative: nel resto d'Italia c'è Trenitalia o altre società regionali che però non muovono i numeri che Trenord muove qui, e soprattutto fanno politiche diverse da quelle garantite da un socio pubblico. Ragionano più in termini di ricavi e costi».

«Basta Trenord», la petizione

E Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd, ha ricordato di avere depositato la richiesta di convocare anche un rappresentante di Rfi, soprattutto dopo l'incidente sfiorato sulla Cremona-Treviglio domenica, la stessa linea dell'incidente di Pioltello di quasi due anni fa. «La presidente di commissione non ha chiesto a Rfi di venire. E' inaccettabile, non si rendono conto della gravità della situazione».

Piloni ha anche ricordato l'eccessiva macchinosità della procedura di parziale rimborso per chi, volendo usufruire soltanto del treno, è ora costretto ad acquistare gli abbonamenti integrati a Milano e Monza. E che poi, in caso di ritardo dei treni, non potrà nemmeno usufruire dei rimborsi specifici.

Trenord - Consiglieri Pd-2

Intanto il Pd farà partire la raccolta firme "#bastaTrenord": «Meno corse e abbonamenti più cari, così non va», si legge nel testo della petizione: «Chiediamo che la Regione dichiari concluso l'esperimento Trenord. Chiediamo che la Regione rispetti i pendolari, ripristini gli abbonamenti "solo treno" per i pendolari di Monza, Milano e Lodi che non prendono altri mezzi e rinunci a cancellarli nelle altre province»·

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Treni, il Pd lancia la petizione per "cambiare" Trenord

MilanoToday è in caricamento