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La storia del ragazzino ucraino accampato da 5 giorni nel comando della Locale (senza un letto)

La denuncia del consigliere Samuele Piscina: "Incredibile che debba essere trattenuto lì"

Sarebbe da quasi una settimana lì, al sicuro dalle bombe ma senza un letto. Bloccato in una struttura comunale, salvo, ma praticamente accampato. È la storia di un ragazzino ucraino che è arrivato a Milano in fuga dalla sua terra martoriata dalla guerra con la Russia ma al momento ancora senza un tetto nel capoluogo lombardo.

A denunciare la vicenda è stato il consigliere comunale della Lega, Samule Piscina, che in una nota ha voluto "ringraziare la polizia locale che da venerdì scorso sta ospitando e si sta prendendo cura di un ragazzo minorenne ucraino nella sede territoriale di via Settala". Lo stesso politico del Carroccio però ha sottolineato che "trovo incredibile che debba essere trattenuto giorni senza un letto e la possibilità di farsi una doccia, in attesa che qualcuno in comune si svegli e trovi un’alternativa che non sia da Terzo mondo". 

“Ha proprio dell’incredibile la segnalazione che ho ricevuto stamane e che evidenzia ancora una volta un evidente limite gestionale e organizzativo dei servizi sociali del comune di Milano. Chiaramente l’arrivo di un numero considerevole di profughi può aver messo in difficoltà la macchina comunale, ma sono mesi che la questione è sotto gli occhi di tutti e oggi più che mai è evidente che l’organizzazione faccia acqua da tutte le parti - ha proseguito Piscina -. Qualcosa non sta funzionando nel welfare milanese e non è una novità, tra bambini che scorrazzano nei campi rom tra i rifiuti senza alcun disturbo e, invece, famiglie per bene martoriate. Temo che ci sia qualcosa da rivedere a livello comunale. Il ragazzo è infatti in attesa che i servizi sociali gli assegnino un luogo dove poter stare", ha chiarito il leghista. 

“Chiedo all’assessore d’intervenire prontamente affinché il ragazzo ucraino venga affidato già oggi a una comunità. È davvero vergognoso che il comune l’abbia lasciato 5 giorni senza una stanza dove dormire, senza la possibilità di lavarsi, accampato per terra nell’area comune del comando dei ghisa, neanche - ha concluso - fossimo nei campi di prigionia dei paesi sottosviluppati".

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