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I referendum sullo stadio

Stadio di San Siro, parte la raccolta firme per i referendum

I due quesiti per salvare lo stadio di Milano

E' partita venerdì 11 febbraio la raccolta firme per i due referendum per salvare lo stadio di San Siro dalla demolizione e impedire la costruzione di un nuovo impianto, secondo le intenzioni di Milan e Inter che hanno anche già scelto il progetto elaborato dallo studio internazionale Populous e, a novembre 2021, 'incassato' la conferma d'interesse pubblico da parte della nuova giunta di Beppe Sala (unica assente l'assessora all'ambiente Elena Grandi, esponente di Europa Verde).

E il primo dei due quesiti chiede proprio di abrogare quella delibera di conferma dell'interesse pubblico. Il secondo, invece, è sia propositivo sia abrogativo ed è più articolato. Chiede di salvaguardare il Meazza nella sua funzione attuale, un concorso internazionale per la sua riqualificazione, un piano generale dell'area grande di San Siro per integrare la riqualificazione dello stadio con la rigenerazione del quartiere, il coinvolgimento continuo dei cittadini e (parte abrogativa) la revoca di ogni atto incompatibile con tutto questo.

L'iter: mille firme entro inizio marzo

L'iter prevede di raccogliere mille firme entro il 5 marzo per presentare i quesiti ai garanti comunali, poi, se questi avranno dato il via libera, altre quattordicimila firme entro i successivi 120 giorni. Dunque si voterebbe tra settembre e ottobre del 2022. Se approvati, i referendum saranno vincolanti per l'amministrazione. Il quorum previsto è la metà dell'affluenza alle ultime elezioni comunali, quindi circa il 24% degli aventi diritto al voto. Possono firmare (e poi eventualmente votare) solo i residenti nel comune di Milano. La firma si può apporre online (con Spid o carta d'identità elettronica) al sito predisposto oppure ai banchetti.

"I quesiti sono due", ha spiegato Veronica Dini, tra i promotori della campagna: "Uno è abrogativo per cancellare la delibera di giunta con cui si dichiara di pubblico interesse il progetto di costruzione del nuovo stadio. Il secondo quesito, legato al primo, è propositivo. Si dice: fatta salva l'eliminazione di quella delibera facciamo un passo in avanti, chiedendo al comune di mantenere il Meazza nella sua funzione, senza costruire un altro stadio, evitando il consumo di suolo e salvando le aree verdi, chiedendo anche al comune un piano d'area più ampio che implichi la rigenerazione di tutto il quartiere".

Piattaforma pubblica online: prima volta in Italia

"La partecipazione è tanto più importante quanto più sono rilevanti i temi", ha aggiunto Lorenzo Lipparini, già assessore alla partecipazione nella prima giunta Sala: "Parlando di San Siro non parliamo solo di un impianto, ma di un territorio ampio e strategico della città. E' quindi necessario e anche obbligatorio coinvolgere tutti i portatori d'interesse, a partire dai cittadini. La partecipazione, finora, non c'è stata, nemmeno durante la campagna elettorale, e non se n'è parlato nemmeno in consiglio comunale".

"Per la prima volta", ha concluso Lipparini, "è stata attivata una piattaforma pubblica per la raccolta online delle firme. Quest'estate avete tutti visto due raccolte online particolarmente di successo, su eutanasia legale e cannabis. Quelle raccolte erano avvenute su una piattaforma privata perché non ne esiste una pubblica a livello nazionale. Una differenza sostanziale perché le piattaforme private prevedono un costo di circa un euro a firma. Quella del comune di Milano invece nasce pubblica sulla base di un progetto europeo ed è collegata alla banca dati dell'Anagrafe. E' la prima volta in Italia che una piattaforma pubblica viene adoperata, e potrà essere riutilizzata anche a livello nazionale".

Tutela del bene pubblico

"Oggi arriviamo al dunque, dopo anni di mobilitazione, per dire dei sì", ha concluso Gabriele Mariani, già candidato sindaco di Milano in Comune e Civica AmbientaLista: "Sì alla tutela di un bene pubblico dei milanesi, sì ad un percorso partecipato e al coinvolgimento di cittadini e professionisti, sì alla difesa del parco di via Tesio, cinque ettari e mezzo di verde, che verrebbe distrutto per costruire il nuovo stadio, sì al riconoscimento del dibattito pubblico. Ma diciamo anche no ad una città che si sviluppa seguendo più gli interessi dei fondi d'investimento che i reali bisogni dei cittadini".

I quesiti

Entrambi i quesiti, se approvati, saranno vincolanti per l'amministrazione. Si può firmare sul sito approntato dal comune di Milano. Il primo quesito è abrogativo e propone, come detto, di cancellare la delibera con cui la giunta milanese, a novembre 2021, ha confermato l'interesse pubblico sul nuovo stadio:

“Volete voi che sia abrogata la Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 05 novembre 2021 avente a oggetto «Proposta di cui all’articolo 1, comma 304, lettera a), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall’art. 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017 n. 96, relativa allo “Stadio di Milano”» pervenuta in data 10 luglio 2019 già dichiarata - con condizioni e prescrizioni - di pubblico interesse con deliberazione GC 08/11/2019 n. 1905. Conferma della dichiarazione di pubblico interesse - con condizioni - in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020»?”

Il secondo quesito è invece propositivo e abrogativo:

“Volete voi che il Comune di Milano DELIBERI: - di salvaguardare lo Stadio Meazza nella sua attuale funzione, senza procedere all'edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione, nell'area di San Siro; - di avviare un concorso internazionale per la raccolta di idee progettuali di riqualificazione dell'attuale stadio, che abbia fra i suoi obiettivi anche la tutela delle aree di verde profondo esistenti in prossimità dell’attuale Stadio Meazza; - di elaborare un piano generale d'area "San Siro", che integri i progetti di riqualificazione dello stadio Meazza con quelli di rigenerazione dell'intero quartiere, che abbia finalità sociali e sia improntato alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo zero; - di coinvolgere la cittadinanza, attraverso gli strumenti di informazione e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e comunale, nel corso di tutto il procedimento amministrativo; - di revocare ogni atto incompatibile con gli obiettivi e i contenuti indicati?”

Firme ai banchetti (foto MiaNews)

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