Mille firme per i referendum su San Siro. Ora si decide sull'ammissibilità
La parola ai garanti comunali. Con il loro via libera, il comitato raccoglierà altre 14 mila firme. L'eventuale voto a settembre o ottobre 2022
Sono state raccolte le prime mille firme per i due referendum sullo stadio di San Siro, con largo anticipo sulla scadenza del 5 marzo. Determinante la raccolta online, attraverso la piattaforma del comune di Milano sulla partecipazione (per la prima volta in Italia si poteva usare una piattaforma pubblica), ma numerose anche le persone ai banchetti e gazebo predisposti nel weekend, di cui uno presso la fermata M5 San Siro Stadio prima della partita Inter-Sassuolo, domenica pomeriggio.
Meno di dieci giorni sono bastati a raccogliere il primo nucleo di sottoscrizioni: la raccolta era stata avviata venerdì 11 febbraio. Ora la parola passa ai garanti comunali, che dovranno stabilire se i due quesiti sono ammissibili. A quel punto, in 120 giorni il comitato referendario dovrà raccogliere altre 14 mila firme. Se tutto va come desiderano i promotori, si voterà quindi tra settembre e ottobre 2022. Firmano e votano soltanto i residenti nel comune di Milano.
Motivo del contendere, l'idea di Milan e Inter di realizzare un nuovo stadio (scelto il progetto di Populous) nello spazio precedentemente occupato dal Palazzo dello Sport (demolito negli anni '80) e ora parzialmente occupato da un parco pubblico. Il Meazza verrebbe abbattuto. I referendari puntano invece sulla riqualificazione dello stadio esistente, ritenendo che diventerebbe comunque più profittevole dal punto di vista finanziario, salvaguardando l'ambiente e il quartiere.
"Oggi arriviamo al dunque, dopo anni di mobilitazione, per dire dei sì", aveva dichiarato Gabriele Mariani, già candidato sindaco di Milano in Comune e Civica AmbientaLista: "Sì alla tutela di un bene pubblico dei milanesi, sì ad un percorso partecipato e al coinvolgimento di cittadini e professionisti, sì alla difesa del parco di via Tesio, cinque ettari e mezzo di verde, che verrebbe distrutto per costruire il nuovo stadio, sì al riconoscimento del dibattito pubblico. Ma diciamo anche no ad una città che si sviluppa seguendo più gli interessi dei fondi d'investimento che i reali bisogni dei cittadini".
I due referendum sullo stadio
Entrambi i quesiti, se approvati, saranno vincolanti per l'amministrazione. Il primo quesito è abrogativo e propone di cancellare la delibera con cui la giunta milanese, a novembre 2021, ha confermato l'interesse pubblico sul nuovo stadio:
“Volete voi che sia abrogata la Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 05 novembre 2021 avente a oggetto «Proposta di cui all’articolo 1, comma 304, lettera a), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall’art. 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017 n. 96, relativa allo “Stadio di Milano”» pervenuta in data 10 luglio 2019 già dichiarata - con condizioni e prescrizioni - di pubblico interesse con deliberazione GC 08/11/2019 n. 1905. Conferma della dichiarazione di pubblico interesse - con condizioni - in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020»?”
Il secondo quesito è invece propositivo e abrogativo:
“Volete voi che il Comune di Milano DELIBERI: - di salvaguardare lo Stadio Meazza nella sua attuale funzione, senza procedere all'edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione, nell'area di San Siro; - di avviare un concorso internazionale per la raccolta di idee progettuali di riqualificazione dell'attuale stadio, che abbia fra i suoi obiettivi anche la tutela delle aree di verde profondo esistenti in prossimità dell’attuale Stadio Meazza; - di elaborare un piano generale d'area "San Siro", che integri i progetti di riqualificazione dello stadio Meazza con quelli di rigenerazione dell'intero quartiere, che abbia finalità sociali e sia improntato alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo zero; - di coinvolgere la cittadinanza, attraverso gli strumenti di informazione e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e comunale, nel corso di tutto il procedimento amministrativo; - di revocare ogni atto incompatibile con gli obiettivi e i contenuti indicati?”