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E' morto Renato Scarpa: l'attore milanese aveva 82 anni

Scarpa si è spento per un malore nella sua casa romana. Il ricordo di Verdone: "Affettuoso, di gran talento, aveva il dono della misura"

E' morto Renato Scarpa. Aveva 82 anni. Attore milanese, uno dei più carismatici caratteristi del cinema italiano, e' stato noto al grande pubblico per il ruolo di Sergio in "Un sacco bello" di Carlo Verdone. Ma per moltissimi era anche Robertino in "Ricomincio da tre" di Massimo Troisi. Si è spento giovedì 30 dicembre nella sua abitazione romana nel quartiere Monteverde. Sarebbero stati i familiari a chiamare l'ambulanza. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri. Al momento si ipotizzano cause naturali.

Passa infanzia e adolescenza in città, e pur studiando architettura, si diletta con la recitazione realizzando le sue prime prove al Teatro Gerolamo di Milano. Si trasferisce a Roma. Frequenta, senza mai concludere gli studi, il Centro Sperimentale di Cinematografia e a fine anni Sessanta comincia a lavorare sia in teatro che al cinema. Sul grande schermo, inizialmente, i grandi registi impegnati se lo contendono. Debutta con "Sotto il segno dello scorpione"(1968) dei fratelli Taviani e figura, poi, in: "Nel nome del padre"(1971) di Marco Bellocchio; "E cominciò il viaggio nella vertigine"(1974) di Toni Di Gregorio o "Al di là del bene e del male"(1977) di Liliana Cavani. Non disprezza nemmeno il registro comico, brillando particolarmente con la sua interpretazione in "Un sacco bello"(1979) di Carlo Verdone.

Ormai attore consacrato, ricorda Comingsoon.it, si destreggia tra mille tipi di ruoli diversi, dal dramma al comico, passando anche per l'avventura e persino il western. Si ricorda: "Ricomincio da tre"(1981) di Massimo Troisi; "Il postino" (1994) di Michael Radford e Massimo Troisi, ultimo film del secondo, e il western comico "Trinità& Bambino... e adesso tocca a noi" (1995) di Enzo Barboni. Tuttavia, non smette mai di essere un attore di teatro e compare, di frequente, anche in numerosissime serie Tv. Molto attivo pure negli anni Duemila, recita in "La stanza del figlio" (2001) e "Habemus Papam" (2011), entrambi di Nanni Moretti, ottenendo per il secondo una candidatura al David di Donatello come miglior attore non protagonista, e partecipa anche al cast internazionale di "The Tourist"(2010), di Florian Henckel von Donnersmarck.

Tra le sue serie più note, "Montalbano", "Rocco Schiavone", "Il Conte di Montecristo" e "L'Ultimo papa re". "Affettuoso, dotato di gran talento, aveva il dono della "misura", cosa che non tutti gli attori hanno. In questa scena tentavo di convincerlo a partire per Cracovia con le calze di seta e le penne a biro. Fantastico compagno di lavoro lo ringrazio ancora per esser venuto il giorno dell' inaugurazione di una targa al "Palo della morte" in Via Giovanni Conti (zona Val Melaina) a Roma, targa che celebrava quel film. Fummo molto orgogliosi perché non ci aspettavamo il grande bagno di folla che ci fu. Ringrazio ancora questo caro amico che mi ha aiutato nella mia opera prima con garbo, affetto e talento. Persone così umili e gentili nel loro grande talento non ci sono più. Resterà sempre nei miei più bei ricordi. E credo anche, se avete amato quella pellicola, nella vostra memoria", è l'ultimo ricordo di Carlo Verdone. 

Sotto, la scena citata dal regista e attore romano

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