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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sede Agenzia del farmaco ad Amsterdam, corte europea verso il "no" ai ricorsi italiani

L'avvocato generale della corte di giustizia europea ritiene che i ricorsi del Comune di Milano e dello Stato italiano vadano respinti

La corte di giustizia europea potrebbe respingere il ricorso del Comune di Milano e dello Stato italiano sull'assegnazione ad Amsterdam della nuova sede dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) dopo la Brexit e conseguentemente l'abbandono della sede londinese. E' la conclusione dell'avvocato generale Michal Bobek, la cui funzione è quella di suggerire alla corte una soluzione giuridica.

Come si ricorderà, a novembre 2017 Milano perse lo 'spareggio' con Amsterdam soltanto per sorteggio dopo che, alla terza votazione, le due città, rimaste le uniche a contendersi la sede, avevano ottenuto tredici voti ciascuna. Successivamente, a ottobre 2018, il Parlamento europeo sancì definitivamente l'assegnazione della sede di Ema ad Amsterdam. Nel frattempo su Amsterdam si erano abbattute polemiche per i ritardi nella realizzazione della sede definitiva e per il 'silenzio' su quella che avrebbe dovuto essere la sede temporanea.

Secondo Bobek, la corte di giustizia europea "non è competente a pronunciarsi sulla decisione dei rappresentanti degli Stati membri che fissano la nuova sede dell'Agenzia europea per i medicinali". In particolare, secondo Bobek la corte è chiamata ad effettuare un "controllo della legittimità degli atti delle istituzioni dell'Unione", mentre la decisione sulla nuova sede dell'Ema è stata adottata dai rappresentanti degli Stati membri "non in qualità di membri del Consiglio ma in qualità dei rappresentanti dei loro governi".

Solo in casi eccezionali la corte potrebbe intervenire: e precisamente se la decisione contestata avrebbe dovuto essere assunta senza alcun dubbio da una delle istituzioni dell'Unione europea. E non è questo il caso: spetta infatti alle istituzioni dell'Unione la scelta della sede delle istituzioni stesse, ma non delle agenzie come l'Ema o, in precedenza, ad esempio, la collocazione a Bratislava (Slovacchia) della sede dell'Ela (Autorità europea del lavoro). 

L'avvocato generale Bobek prosegue affermando che il ricorso del Comune di Milano non è illegittimo ma, nel merito, non andrebbe accolto perché il Parlamento europeo (istituzione dell'Unione) non era obbligato a intervenire sul processo decisionale dei rappresentanti degli Stati: "Se il Parlamento non concordava con la decisione di spostare la sede dell’Ema ad Amsterdam, esso aveva la possibilità di impedire che la decisione politica precedentemente adottata dagli Stati membri fosse cristallizzata nel contenuto di un atto legislativo vincolante di diritto dell’Unione", scrive la nota stampa della corte di giustizia europea illustrando la posizione dell'avvocato generale.

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