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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Regione chiede agli ospedali di ridurre le liste d'attesa per ecografie e altri esami

Vari esami di diagnostica per immagini coinvolti nel secondo provvedimento del genere della Regione in pochi mesi

Un nuovo provvedimento per ridurre le liste d'attesa nella sanità lombarda è stato varato lunedì dalla giunta regionale, su proposta dell'assessore al welfare Guido Bertolaso. Con questo nuovo provvedimento (il secondo), la Regione chiede agli ospedali (pubblici e accreditati) di aumentare determinate prestazioni di specialistica ambulatoriale.

Si tratta di prestazioni di diagnostica strumentale: mammografia bilaterale, diagnostica ecografica del capo e del collo, esofagogastroduodenoscopia, colonscopia con endoscopio flessibile, elettrocardiogramma dinamico, spirometria globale, eco(color)dopplergrafia degli arti superiori o inferiori o distrettuale, arteriosa o venosa, tomografia computerizzata dell'addome completo, senza e con contrasto, tomografia computerizzata del torace, senza e con contrasto, ecografia dell'addome superiore. 

Con il primo provvedimento, la Regione aveva già invitato gli ospedali ad aumentare l'offerta di dieci prestazioni ambulatoriali particolarmente critiche sul fronte delle attese: prima visita oculistica, prima visita dermatologica, eco (color) dopplergrafia cardiaca, ecografia bilaterale della mammella, ecografia addome completo, prima visita ortopedica, eco(color)doppler dei tronchi sovraaortici, prima visita cardiologica, prima visita endocrinologica/diabetologica e prima visita neurologica (neurochirurgica). Ora, dunque, aumentano le prestazioni che gli ospedali sono invitati ad accrescere.

Per le prime dieci prestazioni erano stati messi a disposizione 180mila slot aggiuntivi in 20 giorni, ricontattando 23mila cittadini con appuntamento prenotato fuori soglia: 8mila di questi hanno ricevuto un appuntamento entro la fine di gennaio. L'obiettivo di questa seconda delibera è di garantire un volume di prestazioni pari a quanto erogato nello stesso mese del 2019, prima dell'emergenza covid che ha 'stravolto' i ritmi degli ospedali, aumentato del 10 per cento.

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