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Venerdì, 19 Aprile 2024
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E' pronta la riforma della sanità in Lombardia

Manca ancora la discussione (e il voto) in consiglio regionale

C'è un progetto di legge in Lombardia sulla riforma della sanità. La commissione lo ha approvato dopo 300 audizioni condotte dai membri della commissione, a cui si sono aggiunti quattro convegni e altri approfondimenti. "Il testo è il frutto di un ascolto attento e puntuale di tutti gli interlocutori dei nostri territori", commentano i leghisti Monica Mazzoleni e Giovanni Malanchini. Nel testo di legge sono stati recepiti 42 emendamenti della maggioranza e 17 della minoranza. "Ne è scaturito un lavoro congiunto e largamente condiviso, che tiene conto di tutte le voci del territorio e che dimostra una volta di più la grande vicinanza di Regione Lombardia ai cittadini lombardi", il commento dei due consiglieri regionali.

Ora la parola passa all'aula del consiglio regionale che discuterà il progetto di legge a partire dal 10 novembre. Per stessa ammissione di Mazzoleni e Malanchini "il lavoro non rappresenta una riforma complessiva della sanità lombarda ma semmai un suo potenziamento, in special modo della medicina territoriale grazie anche ai fondi del Pnrr; esso prevede più medicina di famiglia, maggiori strutture territoriali, Case e Ospedali di Comunità; un maggior coinvolgimento dei sindaci; un aumento degli operatori sanitari e delle associazioni di volontariato".

"La Lombardia - commenta un altro leghista, il presidente della commissione Emanuele Monti - è la prima Regione d’Italia a cantierare investimenti concreti sulla medicina territoriale. Già nel 2015, la Riforma Maroni aveva avviato un percorso che, con l’istituzione di Presst e Pot, andasse ad avvicinare il sistema di cure al cittadino ma che i governi nazionali che si sono succeduti non hanno mai finanziato. Con l’arrivo dei fondi del Pnrr, abbiamo lavorato moltissimo per dare ai lombardi l'occasione di essere i primi a beneficiarne".

Le opposizioni critiche

Le opposizioni sono critiche. "La Moratti-Fontana è una non riforma che conferma il modello Formigoni", dichiara Gregorio Mammì del Movimento 5 Stelle, secondo cui "la maggioranza si autoassolve" ed è accaduto che venissero cassate anche proposte di modifica di Forza Italia e Fratelli d'Italia, partiti di maggioranza. Per Mammì la commissione non ha affrontato "il principale problema, cioè il rapporto pubblico-privato" che, anche in vista dei fondi del Pnrr, dovrebbe essere "improntato sulla programmazione".

Pone invece l'accento sulla mancata approvazione di emendamenti da parte di 'stakeholders' l'esponente di Azione Niccolò Carretta: "E' un passo falso. La legge sembra uscire blindata da questa commissione". L'esponente del partito di Calenda teme un maxi emendamento in aula proposto dalla maggioranza che cambi radicalmente il testo. E nota che le novità previste, principalmente le Case e gli Ospedali di comunità, "che rafforzeranno la medicina di territorio, testimoniano le grandissime lacune di Regione Lombardia in questo campo ritenuto, dopo la pandemia, sempre più fondamentale e che necessita di ingenti investimenti". Ma Carretta non ha solo parole di critica e saluta con soddisfazione l'approvazione degli emendamenti sulle cure palliative e sul ruolo delle farmacie, "che potranno fungere da vero presidio territoriale in sostegno ai medici di base".

Contesta invece l'iter della discussione il consigliere-medico di +Europa/Radicali, Michele Usuelli: "Le audizioni sono cominciate sulla base di diapositive presentate ad aprile", mentre il testo di legge è stato presentato soltanto il primo di agosto, appena prima della chiusura per un mese. "Poi, alla riapertura, gli spazi in commissione sono sempre stati contingentati". Usuelli, da aprile, cioè da quando sono state presentate soltanto le diapositive, ha scelto di non partecipare ai lavori. "Per il merito della riforma l'appuntamento è in aula, dove non faremo mancare il nostro contributo".

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