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Perché Beppe Sala e Letizia Moratti stanno litigando (da giorni)

Continua il battibecco tra sindaco di Milano e assessore regionale al welfare. Sul tavolo i possibili tagli del comune sul welfare

Botta e risposta. Altra botta, altra risposta. Storie tese, tesissime tra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e l'assessore al welfare di regione Lombardia, Letizia Moratti. Causa del contendere i possibili tagli che palazzo Marino potrebbe fare sulla spesa per la sanità per far fronte al buco di 200 milioni di euro nel bilancio preventivo. La questione era esplosa nei giori scorsi, quando il primo cittadino aveva chiesto al governo dei fondi straordinari - secondo lui necessari per il pareggio - e l'amministrazione aveva bloccato in via preventiva alcune voci di spesa, una parte delle quali effettivamente destinate al welfare cittadino. 

La prima a scendere in campo era stata la vicepresidente regionale, che al Pirellone si occupa proprio di welfare. Era lunedì e la Moratti parlava così su Facebook: "Considero la decisione, annunciata dalla giunta del comune di Milano, di 'congelare' 200 milioni di euro destinati al welfare una scelta estremante dannosa. In un momento storico che ci vede finalmente impegnati verso l’uscita della fase pandemica, acuita però da seri problemi economici conseguenza dell’emergenza covid prima e della guerra in Ucraina ora, tale decisione mette tantissime famiglie milanesi in crisi". E ancora: "Tra tutte le spese comprimibili in un bilancio comunale, non si può certo far leva sulle spese destinate a servizi sanitari e del welfare, facendo venir meno ogni più elementare concetto di equità sociale. Tutto ciò mentre regione Lombardia è fortemente impegnata proprio sul fronte dell’assistenza sanitaria e sociale per una concreta equità. Trovo dunque inconcepibile - aveva rimarcato Moratti - che il capoluogo della regione, città da sempre caratterizzata dall’aiuto reciproco e dallo spirito di collaborazione, dia un segnale diametralmente opposto a ogni elementare concetto di solidarietà. Per questo motivo oggi ho scritto una lettera al sindaco Beppe Sala chiedendogli di rivedere da subito la decisione assunta".

La risposta di Sala, chiaramente, era arrivata subito. "La Moratti ha parlato di tagli di 200 milioni al welfare, vuol dire che ha leggiucchiato i giornali e non ci ha capito granché", era stata la replica del primo cittadino dopo il consiglio comunale, durante il quale si era discusso del bilancio. "Io pensavo che la Moratti dovesse preoccuparsi della riforma del disastrato sistema sanitario lombardo, evidentemente ha altri pensieri in testa", aveva proseguito il sindaco, con un tono evidentemente sarcastico. "Rassicuro l’assessore Moratti, noi stiamo cercando di trovare una formula con il governo per non tagliare nulla. Ma ci penseremo noi, senza i suoi preziosi suggerimenti, siamo in grado - aveva concluso - di gestire la cosa".

Finita? Neanche per sogno. Perché mercoledì sera è arrivato un altro capitolo dello scontro, sempre via Facebook. Questa volta a postare è stato Sala dopo che nel pomeriggio Letizia Moratti era tornata sulla lettera inviata al sindaco ribadendo che si era trattato di "un invito a riconsiderare più rapidamente possibile questa delibera che purtroppo è dannosa". "Visto che l’assessore Moratti insiste nelle sue esternazioni sul welfare milanese sono costretto a prendermi due minuti per rispondere", l'inizio del post dell'inquilino di palazzo Marino. 

"La ringraziamo per i consigli, ma non capisce le nostre intenzioni: noi non intendiamo in alcun modo tagliare la spesa del welfare. Proprio per questo chiediamo un sostegno al governo", ha evidenziato Sala. Che poi è ritornato all'attacco: "Oltre che consigliare il comune di Milano, cerchi di occuparsi dei problemi cui è direttamente delegata: a Milano, per esempio, mancano ancora molti medici di base, li attendiamo tutti ansiosamente, specie quegli anziani che cita spesso. Abbia rispetto dei ruoli. A Milano c’è un assessore al welfare, peraltro molto bravo, la smetta di far finta di ignorare la cosa e - ha concluso il sindaco - si confronti con lui. Da assessore a assessore".

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