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Di San Siro non resterà più nulla

Inter e Milan hanno chiesto, e deciso, di demolire completamente lo stadio per costruire il nuovo. Il sindaco Sala: "Nessuna idea per gestire due" impianti

"Luci a San Siro non ne accenderanno più". Così cantava Roberto Vecchioni e così, forse, davvero sarà. Sì, perché nell'ormai infinita partita sul nuovo stadio di Milano, che i due club tanto vorrebbero e vogliono, c'è un nuovo contropiede. Dopo la richiesta del comune di ridurre i volumi e di conservare un'importante parte di verde, le due società hanno infatti risposto consegnando il dossier finale che in buona sostanza prevede la totale demolizione del Meazza, senza salvare neanche le iconiche torri che in un primo momento sembravano al sicuro. 

Il futuro della Scala del calcio non è ancora ufficiale perché manca il dibattito pubblico, che andrà fatto obbligatoriamente, ma appare decisamente segnato. Sul tema nelle scorse ore è intervenuto anche il sindaco di Miano, Beppe Sala. Parlando a margine di un dibattito sulla criminalità organizzata alla Statale, il primo cittadino si è sbottonato: "A tutti quelli che mi dicono 'deve rimanere San Siro', anche ai comitati, rispondo 'ma che ne facciamo?'. Non è venuta fuori un’idea per gestire due stadi. Dal mio punto di vista credo che economicamente sia veramente gravoso", ha sottolineato. "A meno che uno si faccia avanti e garantisca di prenderlo, affittarlo e usarlo per una serie di anni: anche a questo serve il dibattito pubblico, Poi a quel punto si dovrà fare i conti con quelli del quartiere che vedranno lo stadio e poi magari i concerti aumentare. Mettere insieme tutto non è facile, ma questo è il progetto delle squadre, perciò vediamo di discuterne", ha proseguito Sala, confermando la voglia di Inter e Milan di demolire San Siro per far posto alla "Cattedrale" di Populous. 

"Io non voglio dire più niente perché non voglio certamente condizionare il dibattito pubblico. Una delle cose che abbiamo chiesto è di ridurre i volumi e di tenere una parte di verde significativa: le squadre allora rispondono ‘se devo mantenere una parte di verde significativo devo utilizzare l’area dove ora c’è il vecchio stadio per fare gli sviluppi urbanistici che ho in mente’. Questa è la loro proposta, ora vediamo cosa ne esce dal dibattito", ha ribadito il sindaco. Un dibattito che comincerà "tra un mesetto, quaranta giorni, poi la palla passerà alla giunta - ha preannunciato Sala -. Noi considereremo il progetto di Milan e Inter, i risultati del dibattito e poi la giunta dovrà decidere. Ma adesso diamo voce alla città". 

E una prima voce, decisamente critica, è arrivata da Sinistra italiana, che ha subito fatto sapere che lo stadio "deve restare patrimonio pubblico" e "reso semmai ancora più polifunzionale". Il partito ha in mente un "concorso di architettura per scegliere come ristrutturare lo stadio Meazza ed il quartiere. Seguendo questa strada, ad essere demoliti, non saranno le torri dello stadio, ma i piani di speculazione di Inter e Milan". "L'eventuale nuovo stadio avrebbe una capienza notevolmente inferiore all'attuale San Siro e quindi non si comprende come potrebbe garantire maggiori incassi se non attraverso un aumento significativo dei costi dei biglietti e degli abbonamenti - hanno concluso in una nota -. Più che il nuovo stadio alle due società sportive sembrano interessare le aree attualmente adiacenti all'impianto esistente". Un impianto che rischia di non esserci più. 
 

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