"La festa non si vende": sciopero dei lavoratori contro i negozi aperti a Capodanno
Ancora proteste dei lavoratori del commercio contro i negozi aperti nelle festività
Non si ferma la protesta dei lavoratori del commercio. Dopo la rabbia e le agitazioni di Natale e Santo Stefano, i sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato altre due giornate di sciopero a livello nazionale per Capodanno e l’Epifania "contro la liberalizzazione degli orari e delle aperture voluta dalla legge Monti con il Salva Italia".
"Il governo aveva promesso la modifica della Legge Monti con l'individuazione delle festività con l’obbligo di chiusure per tutti e la reintroduzione della chiusura per le domeniche - affermano Filcams, Fisascat e Uiltucs -. Eccoci di nuovo alle festività natalizie, ma nulla è cambiato. Noi diciamo ‘no al sempre aperto’, il commercio non è un servizio essenziale”.
Così, dopo la protesta pre natalizia - quando i sindacati avevano sottolineato che obbligare i dipendenti a lavorare è "illegittimo" - adesso i sindacati chiedono che il governo recepisca finalmente la loro proposta unitaria presentata in Commissione Lavoro.
Le stesse sigle, si legge in una nota, sottolineano quanto molte sentenze hanno sancito: “Il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale non è un obbligo. Il lavoratore - concludono - non può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso. La festa non si vende".