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"Vigilanza attiva" per il sindaco Sala dopo le minacce dei no green pass

La decisione della Prefettura dopo le minacce degli attivisti no vax

Tecnicamente "vigilanza generica radiocollegata". Beppe Sala, sindaco di Milano, sarà "controllato a vista" dalle forze dell'ordine dopo le minacce ricevute nelle scorse ore in alcune chat Telegram che riuniscono attivisti no green pass.  Nell'ultimo comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Riccardo Saccone, è stato deciso l'innalzamento della vigilanza attiva per il primo cittadino. La vigilanza era già prevista ma adesso sarà più capillare - anche se non si tratterà di una scorta -, con passaggi delle pattuglie davanti alla sua abitazione e attenzione particolare agli eventi a cui parteciperà.

A scatenare la furia dei no green pass era stata un'intervista in cui l'inquilino di palazzo Marino aveva detto, testualmente: "Non rispettano la regola d'ingaggio basilare delle manifestazioni che è si concorda il percorso. A questo punto diventano incontrollabili. La polizia che può fare? Può fare una sola cosa. Può caricarli. Cosa che ovviamente, io capisco, il prefetto non intende fare". Tanto è bastato ai contestatori del certificato verde per trasformare Sala in un nemico. 

A denunciarlo, con un video sui social, era stato lo stesso sindaco. "Alcuni giorni fa ho partecipato a una trasmissione tv. La giornalista mi rendeva conto dei disagi che ogni sabato interessano Milano per le manifestazioni dei no green pass e di cosa si può fare. Io ho esposto, testualmente: 'La polizia potrebbe fare solo una cosa, caricarli. Cosa che, ovviamente io capisco, il prefetto non intende fare'. Ora - aveva sottolineato Sala in un video condiviso sui social -, il giorno dopo guardate cosa titolano due giornali. La Verità: 'Sala, la polizia carichi i no green pass'. Il Giornale: 'Sala, giusto caricare i no green pass' ". 

Con il risultato, aveva raccontato Sala, che sulla sua testa sono piovute minacce e offese. "Da alcune ore su Telegram si è scatenato il mondo dei no green pass. Ci sono i miei numeri di telefono, c'è la mia mail, si parla di decapitazione - aveva detto il sindaco -. Cosa devo fare? Querelerò i due giornali e vabbè, poi cercherò di stare tranquillo. Però - aveva concluso - voglio dire a tutti che non si scherza col fuoco in questo momento".

Sui messaggi - dai "propositi" di dargli fuoco fino alla "caccia" al suo appartamento - stanno già indagando la Digos e la procura di Milano, che stanno cercando di identificare gli autori dei commenti condivisi nelle chat. 

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