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Scuola Vivaio, il Comune perde al Tar: salta (per ora) il trasferimento

Secondo i giudici amministrativi il Comune di Milano non ha tenuto abbastanza conto delle lamentele dei genitori e ha avviato l'istruttoria affermando che vi fosse l'obbligo di un risparmio di spesa, che invece non c'è

La scuola media di via Vivaio non può più trasferirsi: lo ha stabilito il Tar della Lombardia con una sentenza, martedì, su due ricorsi presentati da gruppi di genitori che chiedevano l'annullamento del trasferimento, già programmato, in via D'Annunzio, operazione che farebbe risparmiare al Comune di Milano un canone d'affitto definito insostenibile dall'amministrazione.

I giudici del Tar affermano che la nuova sede non garantirebbe un eguale standard di educazione, e sottolineano che la scelta di risparmiare sull'affitto da parte del Comune è legittima, ma illegittima perché sarebbe stata motivata da un obbligo di legge che in realtà non esiste, perché la norma si limita a definire desiderabile il risparmio. Il Comune di Milano, dunque, se vorrà proseguire con la sua scelta, dovrà ricominciare da capo l'istruttoria per il cambio della sede, considerando maggiormente le osservazioni dei genitori riguardo alle criticità tecniche del plesso scolastico di viale D'Annunzio rispetto alla formazione speciale garantita dalla scuola.

Il Comune perde davanti al Tar

In precedenza la vice sindaca Anna Scavuzzo, con delega all'istruzione, aveva già comunicato che la scuola non si sarebbe più trasferita nel mese di gennaio 2023, come inizialmente lei stessa aveva stabilito, ma a fine anno scolastico. I genitori lamentavano che, nell'edificio di via Vivaio ospitato dall'Istituto dei Ciechi, ci sono aule e corridoi molto ampi, ed è possibile effettuare lezioni parallele in contemporanea: una caratteristica che mancherebbe in viale D'Annunzio. Attualmente la scuola è frequentata da 245 alunni, di cui 45 hanno una disabilità certificata.

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