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Cattedre scoperte nelle scuole di Milano, presto un'interrogazione in parlamento

L'ha promossa Fratoianni (LeU). Ma Bussetti, il provveditore, non ci sta e respinge le accuse

Il caos delle cattedre scoperte a Milano (e non solo a Milano, per il vero) finirà in parlamento con una interrogazione che il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, presenterà al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina. La notizia dell'interrogazione ha però scatenato la polemica perché il responsabile dell'ufficio scolastico milanese (che un tempo si chiamava provveditore) è tornato ad essere Marco Bussetti, predecessore della Azzolina quando era in carica il governo Lega-5 Stelle.

Cominciamo dall'inizio. Fratoianni, eletto con LeU, dichiarava che «Bussetti deve rispondere dei disservizi continui e del caos, che non possono essere addebitati, come è stato fatto, sulle spalle dei funzionari e del personale dell’ufficio». E concludeva: «Insomma, come ministro dell’istruzione leghista lo ricordiamo bene: è stato un disastro, così come ora a Milano».

L'interessato non ci sta e si difende, dando la colpa proprio al Ministero. Secondo Bussetti, la responsabilità è tutta di Roma, e la prova è che quasi tutta Italia è in difficoltà con le assegnazioni delle cattedre. «Posizioni strumentali, sono dispiaciuto. Le scadenze sono state fissate nella certezza che il software avrebbe funzionato, ma non è stato così, e ciò ha costretto a migliaia di risistemazioni a mano». Bussetti ha sottolineato che l'ufficio del provveditorato avrebbe lavorato giorno e notte per risolvere la situazione.

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