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Smart working a Palazzo Marino, Forza Italia chiede di far tornare i dipendenti in ufficio

Il documento, di cui è primo firmatario il capogruppo del partito, De Pasquale, invita il sindaco e la giunta a predisporre un piano di progressivo rientro negli uffici comunali dei dipendenti

Anche il sindaco Beppe Sala aveva parlato di tornare al più presto al lavoro. Ora a chiedere la sospensione dello smart working per i dipendenti comunali è Forza Italia. Il partito d'opposizione al Comune di Milano, lo ha esplicitamente chiesto con un ordine del giorno che verrà discusso nella seduta del 6 luglio del Consiglio comunale.

Il documento, di cui è primo firmatario il capogruppo del partito Fabrizio De Pasquale, invita il sindaco e la giunta a predisporre un piano di progressivo rientro negli uffici comunali dei dipendenti, nel pieno rispetto delle normative di sicurezza anti covid, "in tempi molto brevi".

Secondo Forza Italia, "molti uffici e sportelli comunali, a causa dello smart working, non preventivamente organizzato e senza i necessari mezzi, non riescono a rispondere in modo adeguato alle richieste dei cittadini e delle imprese in tempi accettabili". Il sindaco Giuseppe Sala, fa notare Forza Italia, "ha pubblicamente espresso la necessità di un ritorno ad una forma di lavoro tradizionale" e per questo il partito chiede il rientro in ufficio dei dipendenti del Comune.

Sala 'contro' lo smart working

Già il 19 giugno, il primo cittadino aveva fatto queste dichiarazioni: "Sono molto contento che questo lockdown ci abbia insegnato lo smartworking e ne ho fatto ampio uso in comune, ma ora è il momento di tornare a lavorare. Perché 'l'effetto grotta' per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio ha i suoi pericoli, ovviamente". 

Secondo Sala gli impiegati dovrebbero tornare in ufficio ma "tutto ciò va contestualizzato nella situazione sanitaria. Anche da questo punto di vista, però, bisogna leggere quello che dice in una intervista il professor Giuseppe Remuzzi del Mario Negri; bergamasco e quindi ha vissuto in pieno quello che è stata la pandemia. E Remuzzi dice: 'Guardate, la carica virale oggi è molto bassa'".

"Semplificare è rischiosissimo, e io non lo voglio fare. Sminuire il potenziale problema è altrettanto rischioso. Però riflettiamoci: a mio giudizio è il momento di tornare a lavorare", aveva concluso Sala che pochi giorni dopo era tornato sull'argomento così: "Io dico a tutti tornate al lavoro e presidiate la vostra scrivania. Il futuro dirà se ho ragione o se sono una Cassandra, ma, conoscendo questo mondo, temo che, dopo le vacanze, ci siano dei piani di efficientamento per dirla elegantemente, in maniera meno elegante dei licenziamenti abbastanza consistenti", aveva sottolineato.

"Adesso che c’è una finestra sanitaria sufficientemente sotto controllo, questo lo dicono i virologi, è meglio tornare al posto di lavoro. Chi è stato a casa ha lavorato - aveva proseguito Sala -, ma se tutti stanno a casa c’è tutto un mondo intorno, ristoranti, bar tassisti, che rischia di non lavorare. Questo è il primo aspetto, però ce n’è un altro che mi preoccupa di più". 

"E cioè conoscendo le aziende, queste stanno facendo il ragionamento: ma veramente serve tutta questa gente o si può ridurre? Ora siccome i fatturati andranno giù perché la domanda di beni di consumo durevoli è già in discesa – aveva concluso Sala –, ecco secondo me stanno già ipotizzando di tagliare il personale".

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