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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nei menù dei ristoranti lombardi tornano gli uccellini (ma solo regalati)

Via libera del Pirellone. Ma gli animalisti insorgono

Polenta e osei e spiedino bresciano ritornano nei menù dei ristoranti lombardi. Purchè i volatili non vengano venduti ma donati. Ed è subito polemica. Il via libera dal Pirellone nella giornata di martedì quando in consiglio regionale è stata approvata la mozione presentata dal consigliere Floriani Massardi, della Lega. Il documento prevede la possibilità da parte dei cacciatori di donatore le piccole prede ai ristoratori, non solo dei locali, ma anche di feste e di sagre di paese. Per un massimo di 150 capi di selvaggina. Nel menù non ritorneranno solo gli spiedini bresciani, ma anche piatti tipici della tradizione lombarda a base di quaglie, merli e alzavole. Prodotti che erano spariti dai menù nel 2014 dopo l'introduzione di una legge ad hoc che ne vietava la vendita.

Un ritorno al passato che non piace assolutamente alle associazioni animaliste. A salire sulle barricate anche l'Enpa di Monza che abbraccia la posizione presa dall'Enpa nazionale. “È evidente - si legge nella nota ufficiale sottoscritta anche da Lac, Lav, Legambinete, Lipu e Wwf Italia - come questa norma sia solo un trucco per eludere un divieto necessario a prevenire fenomeni di illegalità come il traffico illecito di uccelli morti e di richiami vivi, il furto di nidiacei o l’uccisione di specie protette. Tutti crimini di cui la regione Lombardia detiene un triste primato, proprio a causa della domanda di uccelli selvatici alimentata dalla 'tradizione' di cibarsi di questi animali. E’ anche facile intuire come questa norma rischi di creare i presupposti per la diffusione di un mercato sommerso di vendita di fauna selvatica occultata da donazione gratuita a danno degli imprenditori onesti e delle finanze pubbliche, aggravando, peraltro, l’onere a carico delle autorità pubbliche deputate al controllo”. 

L'Enpa chiede l'intervento del governo per abrogare questo documento. "Non è ammissibile che nelle regioni a più alto tasso di illeciti contro gli uccelli selvatici, come la Lombardia, le istituzioni pubbliche non sappiano fare altro che emanare leggi e provvedimenti amministrativi di segno contrario rispetto all’obiettivo di tutela della biodiversità, oggi tradotto in principio fondamentale dell’ordinamento costituzionale - conclude Enpa -. Questa pratica, attuata solo per meri fini elettorali e per soddisfare le lobby della caccia e delle armi, espone l’intero Paese al rischio di una pesante procedura di infrazione. Chiediamo dunque al Governo di intervenire e ai cittadini lombardi di pretendere che i propri rappresentanti si occupino del bene comune e non degli interessi di pochi”.  

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