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A Milano nasce il primo sportello anti violenza per la comunità Lgbt

Si chiama Iris: è un "luogo protetto" dedicato alla comunità Lgbtqi+

Un luogo sicuro. A Milano è nato "Iris", il primo sportello contro le discriminazioni e la violenza per la comunità Lgbtqi+. La firma sull'iniziativa è di fondazione Somaschi, tra i principali enti della rete antiviolenza di Milano, Fondazione Lila - la lega italiana per la lotta contro l'Aids, e ha il sostegno dell’Unar, l'ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. 

"Violenza e discriminazione sono fenomeni trasversali, che possono verificarsi nell’ambito di qualsiasi relazione intima o contesto di vita coinvolgendo anche persone appartenenti a generi e orientamenti sessuali diversi. Far emergere soprusi in questi casi, però, è ancora più difficile: spesso il senso di solitudine e di vergogna è molto forte e le persone coinvolte non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto", spiegano i promotori del progetto.  

Iris, un vero e proprio sportello fisico che ha due sedi - una al 2 di piazza XXV aprile e una al 4 di via Carlo Maderno - "è un luogo protetto che mette a sistema diverse competenze maturate in anni di esperienza dalle due organizzazioni. Fondazione Somaschi, infatti, fa parte della rete antiviolenza del comune e gestisce già 12 presidi di aiuto per le vittime di maltrattamento domestico in città e nell’hinterland, Lila è da sempre attiva nella tutela dei diritti umani e civili, soprattutto il diritto alla salute, delle persone con Hiv e, più in generale, delle popolazioni più vulnerabili al rischio di contrarre l’infezione", si legge nella nota che annuncia la nascita del centro.

Lo sportello Iris - sottolineano le associazioni - "mette a disposizione un’équipe multidisciplinare in grado di offrire percorsi individualizzati con diverse tipologie di servizi: dall’assistenza psicologica alla consulenza legale, dall’accompagnamento sanitario all’orientamento lavorativo e abitativo. Nelle situazioni di maggiore emergenza offre inoltre la possibilità di rifugio immediato in una casa di accoglienza".

“Di per sé non occorrerebbe uno spazio differente rispetto agli altri centri antiviolenza – afferma Chiara Sainaghi, responsabile dei centri antiviolenza di fondazione Somaschi –, ma alcuni episodi che ci hanno confidato persone omosessuali e transgender a cui è stata negata la possibilità di un colloquio ci hanno spinto a intraprendere questa strada. Con Iris vogliamo che risulti chiaro anche a tutti i membri della comunità Lgbtqi+ che c’è un luogo a cui si possono rivolgere in totale sicurezza, senza alcuna titubanza". 
 
“Lo spazio di ascolto e di consulenza, da sempre attivo in Lila Milano è nato come luogo di supporto per le persone Hiv positive e con Aids si è strutturato e ampliato nel tempo proponendo azioni di consulenza rivolte alle persone Lgbtqi+ - le ha fatto eco Domenico Savarino di Fondazione Lila -. In questi casi, infatti, le persone sono frequentemente vittime di una doppia discriminazione, quella legata allo stato di salute e quella riconducibile al proprio orientamento sessuale: con Iris vogliamo creare un luogo sicuro e accogliente, dove sia possibile trovare supporto psicologico, legale e lavorativo". Un luogo che da oggi a Milano c'è.

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