Sala sullo stadio: "Il Milan non è ancora venuto a farmi vedere un progetto"

Dopo la chilometrica catena umana di circa 3mila persone intorno all'Ippodromo La Maura, il sindaco di Milano Beppe Sala, lunedì mattina, è tornato a parlare dello stadio. "Finché il Milan non viene da me e non mi porta un progetto", ha detto, "non posso continuare a commentare ipotesi che non so se sono vere o non vere". Il tema è sempre lo stesso: il nuovo stadio cittadino, che forse il Milan vorrebbe realizzare nelle ex piste d'allenamento dell'ippodromo La Maura a Lampugnano. Un'ipotesi che deve avere a che fare con la contrarietà di molti politici cittadini.

La nuova proprietà rossonera, rappresentata da Gerry Cardinale, ha 'virato' verso lo stadio di proprietà, mentre da anni si parlava della realizzazione di un nuovo impianto condiviso tra Milan e Inter adiacente a dove si trova ora il Meazza, la cui demolizione era considerata necessaria da entrambi i club. Ma più passa il tempo più sembra che il Meazza non sarà demolito: tra poco scatteranno gli anni di 'anzianità' che renderanno vincolabile la struttura del secondo anello.

"Ad oggi il percorso certo è quello di uno stadio di fronte al Meazza", ha comunque ribadito Sala, 'forte' dei due 'sì' all'interesse pubblico decretati in tempi diversi dalla sua giunta, oltre che di delibere del consiglio comunale con i 'paletti' ai club per rendere meno invasivo possibile il progetto. Ma i 3mila che hanno partecipato alla catena umana alla Maura non sono intenzionati a fare un passo indietro rispetto alla loro protesta: un nuovo stadio non si deve fare, né vicino al Meazza né all'ippodromo, anche per tutelare il verde esistente. "Piuttosto Milan e Inter vadano fuori Milano", si sentiva ripetere domenica alla catena umana.