A Milano potrebbero convivere due stadi. Ne è convinto Vittorio Sgarbi, neo consigliere regionale per Noi Moderati. Il sottosegretario alla cultura ne ha parlato a margine della prima seduta del consiglio regionale della Lombardia. Gli è stato chiesto di commentare qualcosa sullo stadio di Milano, tema di cui Sgarbi ha già parlato più volte, cercando di 'difendere' in tutti i modi il Meazza.

E proprio sullo storico impianto milanese in zona San Siro, Sgarbi ha affermato che "la sovrintendente (appena insediatasi, n.d.r.) prenderà atto che lo stadio ha circa 70 anni, quindi sarà automaticamente vincolato, per cui la polemica è stata inutile". E ancora: "Non si capiva perché un politico di rango come Beppe Sala (sindaco di Milano, n.d.r.) dovesse sostenere gli interessi di privati per buttarlo giù". 

Secondo Sgarbi, dunque, il sindaco dovrebbe difendere il Meazza e, "se i privati vogliono fare qualcosa, la faranno da qualche altra parte, come stanno accingendosi a fare". L'ipotesi è quella di un impianto tutto rossonero alle ex piste d'allenamento della Maura, a Lampugnano. "Non la conosco abbastanza, non sono andato a vederla", ha commentato Sgarbi, non escludendo del tutto la possibilità: "Uno stadio, ovunque lo si faccia, funziona".

La catena umana per 'difendere' l'ippodromo

La Maura, però, è un ippodromo (usato per il trotto) nel Parco Sud, e gli abitanti del territorio sono pronti alle barricate per impedire che il Milan ci faccia uno stadio. Dopo il successo dell'assemblea pubblica organizzata in due giorni da Enrico Fedrighini, consigliere comunale della Lista Sala, con più di 300 persone, per domenica 19 marzo alle 15 è prevista una catena umana a cui si prevede che parteciperanno almeno 1.300 cittadini. L'idea è quella di abbracciare l'area dell'ippodromo La Maura come per 'difenderla' dall'assalto rossonero.