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La Scala riparte dai più giovani con biglietti speciali e i palchi per le famiglie

Le novità in occasione della stagione 2021/22, che si aprirà col Macbeth di Verdi. «Bisogno fisiologico del pubblico», ha detto il sovrintendente Meyer. «Ricorderemo la Fracci», ha aggiunto il sindaco Sala

Palchi selezionati da quattro posti riservati ai minori di 18 anni accompagnati da adulti, acquistabili in abbonamento o con prezzo speciale per i minori (15 euro per opere e balletti, 10 euro per i concerti). Si chiama "palco in famiglia" ed è stato possibile con la partnership di Esselunga. E' una delle iniziative nell'ambito della «strategia di inclusione» descritte dal sovrintendente Dominique Meyer nell'ambito della presentazione della stagione scaligera 2021-2022, che si aprirà col Macbeth di Verdi il 7 dicembre 2020.

«Avendo già una percentuale consistente di ricavi di biglietteria, non ho alcun desiderio di alzare questa percentuale o battere dei record con una politica di prezzi elevati. Al contrario, il mondo della musica classica non soffre una crisi di interesse da parte del pubblico ma talvolta una deriva dei prezzi che hanno generato un allontanamento da parte di molti appassionati», ha detto Meyer. Tra le altre iniziative, l'eliminazione del turno "E" («era un po' vuoto») riducendo dunque i turni di abbonamento da cinque a quattro, l'introduzione di una seconda fascia di prezzo in platea, la differenziazione dei prezzi nei palchi, la riduzione dei prezzi per i posti con scarsa visibilità e prezzi massimi di 95 euro per i concerti, tanto delle orchestre ospiti quanto della stagione sinfonica.

«Bisogno fisiologico del pubblico presente»

Ma, oltre ad aprire le porte a un pubblico più vario, la Scala intende anche «uscire dal palazzo»: «Faremo un incontro - ha detto Meyer - per spiegare il programma al pubblico con la filarmonica, il coro e il balletto». Riguardo al periodo di pandemia covid, secondo il sovrintendente «la situazione oggi è più tranquilla» e «l'idea è di tornare alla normalità: ne ha bisogno tutta la città». Con una certa prodenza, però: e quindi opere più "leggere" e meno coro, almeno in autunno. Dopo oltre un anno dall'inizio dell'emergenza covid e delle restrizioni, tutto lo spettacolo dal vivo, Scala compresa, sente il bisogno di tornare alla normalità: «Il pubblico - ha commentato Meyer - è mancato molto. La cultura è condivisione: si possono trasmettere gli spettacoli in tv, ma è freddo. Abbiamo bisogno fisiologicamente della presenza del pubblico».

Tredici i titoli, partendo dal Macbeth del 7 dicembre (dirige Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore, con Anna Netrebko, Francesco Meli, Luca Salsi e Ildar Abdrazakov), di questi nove produzioni, tre spettacoli di altri teatri non ancora visti a Milano e una ripresa. Tre i titoli verdiani. «Macbeth è la conseguenza di un progetto, di un trittico giovanile iniziato con Giovanna d'Arco e poi con Attila», ha spiegato il direttore musicale Riccardo Chailly: «Sarà nella seconda versione, scritta da Verdi per Parigi. E' la quarta volta che Macbeth inaugura la stagione dal 1952, ci sarà l'aggiunta della scena della morte di Macbeth e la parte dei ballabili, che di solito viene esclusa dalla produzione».

Sala: «Ricorderemo Fracci, la città si è raccolta intorno a lei»

«Aver tenuto i conti in ordine non era una cosa scontata ma è una cosa molto ambrosiana», ha affermato Giuseppe Sala, sindaco di Milano e, per questo, anche presidente della Fondazione Teatro alla Scala: «Con la nuova stagione si apre un nuovo capitolo, ma il Piermarini non si è mai fermato. Questa è una stagione di alto livello, c'è una prima estremamente importante con una scelta che mi fa molto felice. La Scala conferma ancora una volta di essere un teatro dove si mette insieme la tradizione italiana con autori stranieri e poco seguiti». Inevitabile un accenno a Carla Fracci, regina della Scala, da poco scomparsa: «Mai come nei giorni scorsi - ha detto Sala - ho visto la città raccogliersi attorno a una persona che non c'era più. E' stato importante e troveremo le forme giuste per ricordarla. Il balletto è importante per la Scala ed è nei pensieri del sovrintendente Meyer».

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