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Gli stalker "pericolosi come i mafiosi": misure restrittive anche prima della condanna

Per la prima volta in Italia a uno stalker ancora sotto processo applicate le stesse regole del codice antimafia

Per la prima volta in Italia, ad uno stalker è stata applicata una misura di sorveglianza speciale nonostante non abbia ancora subìto una condanna, nemmeno di primo grado. Esattamente come l'ordinamento consente per gli accusati di reati di stampo mafioso. E' accaduto a Milano, con una decisione della sezione misure di prevenzione del Tribunale meneghino presieduta da Fabio Roia, in base alla riforma del codice antimafia del 2017.

Il protgonista è un filippino sotto processo per stalking ai danni dell'ex compagna (e peraltro con a carico un altro procedimento, questa volta per violenza sessuale). L'uomo, che è ai domiciliari in attesa della fine del processo, per un anno non potrà frequentare i luoghi abituali della sua ex. 

I giudici Roia, Tallarida e Pontani della sezione misure di prevenzione hanno respinto una istanza del difensore dello stalker, che chiedeva che queste misure venissero annullate giudicando illegittimo l'ambpliamento delle norme del codice antimafia ai delitti contro la persona. Secondo il legale, con questo ampliamento si starebbero violando norme costituzionali come quelle di uguaglianza, ragionevolezza e proporzionalità. 

Tutt'altra opinione quella dei magistrati, secondo i quali un "ulteriore strumento di tutela sociale" non appare "irragionevole o irrazionale, su un piano di lettura costituzionale, visto che in Italia "un quarto degli omicidi volontari riguarda casi di femminicidio, evento terminale spesso preceduto da attività persecutorie (..), e dove il 77% delle vittime del delitto di atti persecutori risultano di sesso femminile". In altre parole: la pericolosità sociale di uno stalker è paragonabile a quella di un mafioso, per cui misure restrittive anche prima della condanna possono essere ragionevoli.

Sempre che, ovviamente, contro lo stalker vi siano "gravi indizi di colpevolezza", come sembra essere nel caso del filippino.

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