La start up nata dentro al carcere di Bollate
Si occupa del controllo qualità e vede impiegati 90 detenuti
Una nuova iniziativa tra le mura del carcere di Bollate (Milano) ha portato alla nascita di una nuova impresa sociale nella quale lavoreranno 90 detenuti e che si occuperà di controllo qualità di un servizio clienti.
La start up, ad oggi la prima per numero di impiegati tra quelle sorte all'interno della struttura detentiva, ha preso vita grazie alla collaborazione tra NeN, azienda EnerTech in Italia, e Bee4.
IntegrazioNeN, questo il suo nome, ha un obiettivo tanto sociale quanto di business. Nell'azienda, infatti, da una parte vengono reinseriti lavorativamente alcuni detenuti di Bollate e dall'altra le attività serviranno ad aumentare la qualità del servizio clienti di NeN: alcune azioni di "controllo qualità" nel processo di sottoscrizione delle nuove forniture di energia saranno affidate proprio alle persone che stanno scontando una pena nel carcere del Milanese.
Dopo un periodo di formazione, ai detenuti coinvolti nel progetto sono affidati compiti di data entry, validazione documentale, controllo e inserimento delle autoletture. In cambio delle mansioni svolte, viene corrisposto uno stipendio che quasi sempre viene trasferito alle famiglie fuori dal carcere (si chiama "mercede" e rispetta le retribuzioni minime previste dai contratti collettivi). Al di là dell'aspetto monetario, inoltre, grazie alla start up, è possibile avviare e seguire un percorso di rieducazione e reinserimento sia lavorativo sia nella società civile.
"Bee4 agisce come ponte con il mondo esterno e favorisce l'interazione con la comunità territoriale in tutte le sue forme - si legge in una nota dell'iniziativa - la cooperativa impiega già oggi circa 120 persone, di cui 90 con problemi di giustizia, ma punta a raggiungere i 200 occupati entro il prossimo triennio".