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La siccità è (quasi) peggio dell'anno scorso

In Lombardia mancano quasi 2 miliardi di metri cubi d'acqua, tutto oro blu necessario all'agricoltura

La Lombardia è quasi senz'acqua. Rispetto alle riserve idriche medie del periodo, che storicamente sono intorno ai 3,4 miliardi di metri cubi di acqua, oggi sono disponibili per la Lombardia circa 1,4 miliardi. Mancano quindi all'appello 2 miliardi di metri cubi. Il deficit è oggi del 57%, un dato drammaticamente in linea con il 2022, uno degli anni più secchi di sempre. E ad andare in sofferenza sono sia gli impianti idroelettrici sia le produzioni agricole.

I dati sono emersi durante il tavolo permanente regionale sulla crisi idrica in Lombardia, che si è riunito al Pirellone nella giornata di giovedì 30 marzo. "La situazione - ha spiegato il presidente Fontana, aprendo i lavori - rimane difficile. Come Regione Lombardia, fin da dicembre, abbiamo puntato su azioni mirate alla cautela e al 'risparmio' delle risorse idriche. L'assenza di precipitazioni continua a non aiutarci, un piccolo segnale positivo giunge dall'essere riusciti, quantomeno, a fermare la discesa dell'altezza dei laghi, con un piccolo recupero, nell'ultimo mese, di circa 80 milioni di metri cubi di invaso". "Se non ci saranno precipitazioni nella tarda primavera - ha aggiunto l'assessore all'agricoltura Massimo Sertori - sarà inevitabile procedere come nello scorso anno ad una gestione 'emergenziale', con una stagione irrigua posticipata".

Nel frattempo gli agricoltori si stanno preparando a stringere i denti e a rimandare le semine, una misura necessaria per posticipare l'inizio della stagione irrigua. “Siamo all’inizio di una stagione produttiva che si annuncia di nuovo difficile – ha detto Paolo Carra, vicepresidente di Coldiretti Lombardia –. Siamo disposti a fare sacrifici ora per cercare di avere produzioni finali sufficienti a rispondere alle esigenze delle nostre stalle e garantire cibo di qualità, nella consapevolezza che l’acqua è fondamentale per tutelare il nostro sistema di produzioni agricole. Per questo – conclude Carra – è necessario passare dalla logica dell’emergenza alla logica della programmazione, contemplando anche un ragionamento nell’ottica di efficientamento del sistema idrico che richiede però pianificazione e risorse adeguate”.

Nel frattempo è tornata l'acqua nel Naviglio Grande. Si sono alzate prima dell'alba di martedì 28 marzo le paratie della diga di Turbigo, il punto in cui il Canale industriale diventa Naviglio. Per il momento la portata è stata limitata a poco più di 20 metri cubi al secondo, praticamente il quantitativo che sinora finiva nel Ticino dopo aver raffreddato la vicina centrale termoelettrica.

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