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La statua di Montanelli ancora nel mirino: in braccio la sposa-bambina che violentò

L'artista Donati Meyer fa imbracciare un fantoccio dell'eritrea sposata dal giornalista. Interviene la polizia

Un'altra provocazione alla statua dedicata a Indro Montanelli nei giardini di Porta Venezia. Nelle scorse ore, infatti, l'artista Cristina Donati Meyer ha messo un fantoccio scuro rappresentante la bambina che il giornalista, durante la guerra in Eritrea, prese per moglie violentandola su sua stessa ammissione. 

"Elusa la sorveglianza della polizia e scavalcando la doppia fila di reti e transenne ho posato in braccio a Montanelli il fantoccio di una bambina eritrea e affisso un cartello esplicativo. Gli agenti della polizia di Stato sono intervenuti interrompendo la performance non violenta di disobbedienza civile", racconta la stessa Donati Meyer.

Montanelli e la bambina (foto Cristina Donati Meyer)

"Non era mia intenzione deturpare il monumento, anzi. Quella statua ha avuto, dopo oltre un decennio, un ruolo fondamentale per riaccendere una discussione e una riflessione, mai fatta in Italia, su cosa significò l’invasione e colonizzazione italiana in Etiopia, Eritrea, Somalia e Libia - prosegue -. Gas nervino sulle popolazioni civili, bombardamenti, stupri di massa, stragi, schiavizzazione di ragazze e bambine, spose bambine, acquistate dalle famiglie, sottrazione di beni artistici e monumentali, risorse e terre".

"Dovremmo essere tutti grati a Montanelli e al suo monumento, il quale, fungendo - in taluni casi da capro espiatorio - ha consentito alle italiane e agli italiani di conoscere e fare i conti con un passato orrendo: quello delle guerre e aggressioni coloniali del fascismo", conclude.

Nel foglio affisso alla statua si legge: "Ora la statua è completa. Era sufficiente aggiungere, sulle ginocchia del vecchio, la bambina eritrea di 12 anni della quale abusò da soldato colonialista e fascista".

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