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Milano, studentessa diabetica lasciata a casa dal Liceo di Brera: "Mi hanno fatta sentire esclusa"

La giovane non ha potuto partecipare alla gita scolastica già programmata. Ma tutti i protocolli ministeriali dicono il contrario

Finirà molto probabilmente con una denuncia la vicenda della 18enne Shaymaa El Meehy, studentessa del Liceo artistico di Brera (sede di via Papa Gregorio XIV), affetta da diabete mellito di tipo 1, allontanata da scuola per dieci giorni e costretta a non prendere parte ad una gita scolastica insieme ai compagni di classe.

L'assurda vicenda (preceduta da qualche malcelato fastidio di una docente quando la ragazza era costretta ad allontanarsi dalla classe durante le sue lezioni) esplode a fine febbraio, quando il nuovo medico di Shaymaa prescrive che nei locali scolastici venga conservato il glucagone, un farmaco salvavita da assumere in caso di severa crisi ipoglicemica.

Diversamente dall'insulina, il glucagone non può essere autosomministrato perché serve quando il paziente ha una perdita di coscienza. Il glucacone è comunque facile da iniettare, per via sottocutanea o intramuscolare. Si tratta comunque di un'eventualità rara perché solitamente, in caso di ipoglicemia, è sufficiente assumere zuccheri. Il diabete di tipo 1, che riguarda in Italia circa 250 mila persone (dati del 2017), non pregiudica in alcun modo le normali attività di studio, lavoro e vita di tutti i giorni.

Allontanata senza motivo

La scuola, però, non accoglie la richiesta del medico: rifiuta di conservare il glucagone nei locali scolastici, dichiara che nessuno si assume la responsabilità di somministrarlo se ci fosse bisogno e, l'1 marzo, allontana improvvisamente Shaymaa dal liceo spiegandole (a voce) che il provvedimento serve a «preservare la sua sicurezza». Nel registro di classe viene segnata solo l'assenza del 1 marzo con la dicitura «motivi di salute». La giovane viene fatta rientrare soltanto il 12 marzo.

Due giorni dopo, un'altra amara sorpresa: le viene detto che non potrà partecipare all'imminente gita scolastica in Sicilia e le viene restituito l'anticipo. Questo nonostante Shaymaa avesse già trovato un docente accompagnatore disposto ad assumersi la responsabilità del glucagone durante la gita e, essendo già maggiorenne, si fosse assunta la responsabilità generale per iscritto, esonerando la scuola.

"Non ho bisogno di nessuno"

«Mi hanno fatto sentire esclusa, diversa. Io l'ho presa abbastanza bene, ma non vorrei che capitasse a un'altra persona in futuro. Ho il diabete ma so controllarmi, so cosa fare, non ho bisogno di nessuno», spiega Shaymaa, contattata da MilanoToday venerdì 15 giugno. E sull'allontanamento da scuola: «Non mi hanno nemmeno detto per quanti giorni. Dicevano solo che era per la mia sicurezza, che l'Asl voleva questa procedura, ma poi ho saputo che non è vero».

E infatti tutti i protocolli ministeriali, da anni, chiariscono che la scuola non può in alcun modo sottrarsi all'assistenza anche farmacologica per gli studenti diabetici, la cui condizione sanitaria non impedisce loro di studiare, frequentare le lezioni e partecipare alle altre attività scolastiche. Il glucagone è considerato un farmaco salva vita ed è somministrabile anche da personale non sanitario. Tra l'altro non ha effetti tossici né effetti avversi da sovradosaggio. Altro che chiedere l'allontanamento da scuola per la sicurezza della studentessa.

Obbligo di accogliere

Il "documento strategico" del 2013, con cui il ministero parla dei giovani diabetici a scuola, esplicita che il glucagone è necessario per la gestione delle emergenze e di fatto obbliga il dirigente scolastico a individuare un luogo idoneo per conservare e somministrare i farmaci, «nel rispetto dell'obbligatorietà di accogliere, nell'ambito scolastico, il bambino, adolescente e giovane con diabete».

«Prima di questo episodio - racconta ancora Shaymaa a MilanoToday - era successo soltanto con una docente infastidita dalla mia necessità di allontanarmi dalla classe per assumere l'insulina. Tanto che per circa un mese, per quanto mi è stato possibile, ho evitato di uscire durante le sue lezioni».

La prima lettera dell'avvocato che segue Shaymaa è del 17 aprile. Ed è indirizzata (oltre che al Liceo artistico di Brera) anche all'Ufficio scolastico regionale di Milano, all'Ats e a un'associazione sul diabete, la Fand. Dalla scuola nessuna risposta mentre l'8 maggio il dirigente dell'Ufficio scolastico, che era Marco Bussetti (nel frattempo diventato ministro dell'Istruzione), data la missiva dell'avvocato ha chiesto a sua volta chiarimenti alla dirigente scolastica del Liceo di Brera. 

Nuova lettera

Poiché non c'è stata alcuna risposta, il 14 giugno l'avvocato ha scritto nuovamente, ribadendo tra l'altro la richiesta di accesso agli atti per il «protocollo per la somministrazione del farmaco Glucagone presso il Liceo artistico di Brera nonché in occasione di eventuali future gite scolastiche». Il prossimo passo sarà inevitabilmente l'azione legale.

«Non ce l'ho con i docenti, ci mancherebbe», spiega ancora Shaymaa: «Chiunque si assume le responsabilità che ritiene adeguate e tra l'altro io non ho mai chiesto a nessuno del personale che si prendesse la responsabilità del glucagone, ma ho chiesto esplicitamente solo l'eventuale intervento dei soccorritori del 118».

E la questione potrebbe non esaurirsi con Shaymaa. Ci sarebbe infatti almeno un altro studente diabetico che, in passato, è stato di fatto costretto a cambiare scuola.

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