600 euro per una stanza a Milano: torna la protesta delle tende
Ancora proteste degli studenti del Movimento tende in piazza contro il caro affitti per gli universitari
“Siamo ancora qui, a tempo indeterminato, perché non abbiamo ricevuto risposte concrete, impattanti sulla situazione attuale”. Commentano così i ragazzi del Movimento tende in piazza che stanno militando nuovamente di fronte al Politecnico di Milano contro il caro affitti per gli studenti. Le soluzioni possibili al problema sono tante, raccontano, ma nessuna è stata percorsa: “Fa eccezione la rimodulazione del canone concordato - spiega Pedro, studente di Lecco -, ma gli affitti previsti restano comunque attorno a 600 euro al mese per una stanza. Si scende al massimo del 15% rispetto alla media di mercato: non è una soluzione, ma un tampone”. Altra ipotesi quella delle case popolari sfitte “600 posti che equivarrebbero a 3 scaglioni di meccanica”, ironizza.
Sulle opinioni e i commenti che il Movimento ha racimolato da maggio, quando è iniziata la protesta, lo studente Pietro commenta: “La gente non ha idea dell’impegno che ci mettiamo. Fare politica e vivere nelle nostre affermazioni politiche 24/24”.
Università di serie a e di serie b
Giulia, invece, studia ingegneria matematica, un corso che nella sua Firenze non era disponibile. Ha scelto di spostarsi perché questo era quello che voleva fare, ma per lei il problema delle migrazioni verso le università italiane e dei relativi affitti alle stelle è molto più profondo: “In Italia si sta costituendo un sistema di università giudicate di ‘serie a’ o di ‘serie b’. In questo modo non solo gli istituti con ranking bassi vengono scelti meno, ma ricevono anche finanziamenti inferiori e il livello dell’istruzione cala. Anche per questo gli studenti che possono si spostano”. Il Movimento chiede a Regione e Comune interventi tempestivi, come le promesse cadute nel nulla. Qualcuno, tra le tende, commenta: “Il problema non dovrebbe essere risolto a livello comunale o regionale perché non ci sono i mezzi, ma dovrebbe essere onere dello Stato”.
Continuare a parlare e far parlare, fare rete a livello nazionale e far si che i rappresentanti dei giovani e delle università italiane facciano comunità per arrivare a una soluzione. “Va modificato il sistema”, spiega Pietro, quello più tenace che da giorni dorme in piazza Leonardo Da Vinci e che, a dirla tutta, ha protestato dall’8 maggio al 28 giugno in quello stesso spazio senza mai arrendersi.
Sabato l’assemblea nazionale
Intanto, è attesa per sabato prossimo l’assemblea nazionale di Movimento tende in piazza, che solo a Milano conta circa 120 persone. “Per questo evento ci aspettiamo almeno 150 presenze, considerando che si muoveranno solo i rappresentanti dei singoli coordinamenti politici”, spiega Pietro. “Per ora siamo un movimento ibrido, un’organizzazione di persone senza gerarchia con un obiettivo politico comune”, conclude Pedro. Ma se la situazione non si sblocca, i ragazzi si struttureranno in maniera più concreta.