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"Il Comune taglia le ore di sostegno ai bambini disabili"

"Al 70% degli educatori di sostegno delle scuole dell'infanzia e asili nido del Comune di Milano verrà ridotte le proprie ore e, di conseguenza, il proprio stipendio", denunciano i lavoratori delle coop

Ore in meno agli educatori, stipendio più basso e, soprattutto, un servizio ridotto per i bambini diversamente abili degli asili nido e delle scuole materne del Comune di Milano. Questa la denuncia di un folto gruppo di educatori che lavorano tramite cooperative e che con il nuovo anno scolastico vedranno decurtato il proprio monte ore.

"Questo taglio, deciso dal Comune, riguarda alcune centinaia di persone che lavorano attraverso le coop, parliamo di circa il 70%", spiega al telefono a MilanoToday un educatore di sostegno all'infanzia che preferisce rimanere anonimo e che da 4 anni lavora nei nidi e nelle materne.

La riduzione vedrà il monte ore passare da 35 a a 28 ore e lo stipendio, che prima era intorno ai 1.100 euro, raggiungere la cifra di 900 euro scarsi. Si parla di circa 250/300 euro in meno un busta paga. "A Milano con uno stipendio del genere non si vive. Le ricadute saranno pesanti - continua Giovanni, nome di fantasia dell'educatore, che svolge questa professione da una decina d'anni -. Qualcuno cambierà lavoro, qualcuno magari perderà la casa, qualcuno dovrà limitarsi nel fare la spesa, qualcuno potrà dare 30 al posto di 50 ai propri figli, qualcuno dovrà andare via e perdere l’indipendenza".

Ma a rimetterci non saranno soltanto le educatrici e gli educatori. Il taglio peserà, ovviamente, anche sui bambini disabili per i quali la presenza di queste figure è indispensabile. "Nel complesso verranno perse migliaia di ore di sostegno all'anno, ore che per questi bambini sono pane e aria - prosegue Giovanni -. I bimbi diversamente abili, che sono in costante aumento, vedranno per forza di cose interventi con una qualità più scarsa e questo, purtroppo, avrà dei pesanti contraccolpi sulle loro possibilità di miglioramento, in termini di autonomia, socializzazione e anche a livello cognitivo".

A venire meno sarà anche la continuità educativa degli interventi di sostegno ai piccoli, aspetto fondamentale per questa fascia di età e ancor più per le categorie più fragili. Gli educatori, inoltre, in alcuni casi saranno costretti a seguire più bambini disabili allo stesso tempo, non avendo il tempo sufficiente da dedicare a ciascuno. Il 31 agosto Cgil e Comune si sono incontrati per affrontare questo tema con le cooperative coinvolte e Palazzo Marino si è detto disponibile a valutare i singoli casi, aumentando le ore nel caso di bambini particolarmente gravi. "Il Comune - afferma l'educatore - ha giustificato questo taglio con la fine dell'emergenza covid e le coop si sono adeguate (gli educatori di sostegno erano aumentati con la pandemia, ndr). Noi auspichiamo un ritorno alla situazione precedente, sia per la dignità del nostro lavoro sia per i bambini diversamente abili".

L'appello di Giovanni, sottoscritto da decine e decine di colleghi e colleghe, punta a veder riconosciuta una dignità professionale che con questo taglio è venuta a mancare e a far sì che venga garantito il sostegno educativo indispensabile ai progressi dei bambini disabili. "Il nostro contratto collettivo nazionale andrebbe rivisto - conclude Giovanni - . Quello in essere non ci tutela né a livello economico né in termini  di diritti. Non è normale che persone laureate e con una formazione specifica vengano pagate 8 euro l'ora. È tempo di combattere per la dignità, per i diritti e per una scuola che non fa differenze".

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