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I dati

Meno del 2% dei profughi ucraini in Lombardia è positivo al covid

I dati diffusi dalla regione su tamponi e vaccini per i profughi arrivati dalla Lombardia

Positivo al covid l'1,8% dei cittadini ucraini sottoposti a un tampone in Lombardia dal 7 marzo al 12 aprile. Lo rende noto l'assessorato al welfare di regione Lombardia in un report sulla situazione sanitaria legata al covid per i profughi in fuga dall'Ucraina a causa della guerra. In cifre significa 332 positivi (di cui 39 debolmente) su 18.406 tamponi effettuati.

L'accoglienza degli ucraini in Italia, come nel resto dei paesi europei, è partita immediatamente dopo lo scoppio della guerra. Fino a questo momento sono arrivate nel nostro paese, dall'Ucraina, circa 90 mila persone. A tutti viene offerta la possibilità di un tampone ed anche la somministrazione del vaccino contro il covid, dato che in Ucraina la campagna vaccinale non è stata penetrante come in Italia. Ora i numeri diffusi dalla regione dicono che una specie di 'emergenza covid' dovuta ai profughi non esiste.

La maggior parte dei tamponi è stata effettuata su minorenni (il 44 per cento del totale) e su persone dai 25 ai 49 anni (il 36 per cento). L'Asst Fatebenefratelli-Sacco è la struttura che ne ha effettuati di più: 2.761, con 35 positivi. Seguono gli Spedali Civili di Brescia con 2.587 tamponi (e 67 positivi). Cifre sopra i mille tamponi anche all'Asst Lariana e all'Ats di Bergamo. Al Niguarda quasi 500 tamponi (il 2 per cento positivi).

Infine i vaccini covid: ai cittadini ucraini ne sono stati somministrati 3.229 dall'1 al 29 marzo in tutta la Lombardia.

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