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Tangenti negli ospedali pubblici, condannata ex dirigente del Pini: "Vantaggi personali"

Giudicati colpevoli anche due ex primari del Galeazzi

È stata condannata a due anni e 8 mesi di carcere Paola Navone, ex direttrice sanitaria del Cto- Pini che secondo i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano ebbe comportamenti atti ad avere "a una serie di vantaggi, alcuni già determinati, altri invece determinabili in futuro, che cercava di ottenere dal suo 'nuovo' amico imprenditore" Tommaso Brenicci, come si legge nelle motivazioni della condanna.

Le motivazioni della condanna

Ad essere condannati nell'ambito del processo su una presunta corruzione relativa all'acquisto da parte del Pini e del Galeazzi di presidi sanitari ortopedici sponsorizzati dai medici, anche i due ex primari di quest'ultimo ospedale, Lorenzo Drago e Carlo Luca Romanò, che secondo quanto è stato annotato dai magistrati "hanno condotto in palese conflitto di interesse con i loro incarichi pubblici un'attività sostanzialmente imprenditoriale e commerciale, consistente nel rifornire di dispositivi diagnostici ospedali pubblici presso i quali lavoravano o con i quali collaboravano, forti dello schermo formale costituito dall'interposizione di società intestate alle loro consorti".

Navone, che ha già presentato ricorso, secondo i giudici avrebbe asservito la sua funzione pubblica a "interessi di soggetti terzi prevalentemente professionali e di carriera" oltre che a "interessi privati di terzi di natura genuinamente economica", agendo "nell'esercizio delle sue funzioni non già per promuovere il pubblico interesse, bensì per favorire gli interessi professionali ed economici rispettivamente di Calori (chirurgo ortopedico, che ha già patteggiato 2 anni e 10 mesi di carcere, ndr) e dell'amico di lui, Brenicci".

Secondo quanto emerso dalle indagini dei pm Cristian Barilli e Eugenio Fusco, la allora direttrice del Pini, in concorso con Giorgio Maria Calori, (ex primario dell'unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa e Risk Management, tra il 2016 il 2017) avrebbe favorito l'acquisto da parte dell'ospedale pubblico del dispositivo per la diagnosi di infezione osteoarticolare 'Micro DTTect', brevettato da Brenicci con i primari Drago e Romanò e poi venduto da un'altra società a loro tre riconducibile.

Nelle motivazioni della sentenza viene anche evidenziato che "con riferimento agli organi di direzione e controllo deputati a vigilare sull'operato dei pubblici ufficiali, è emerso in sede di dibattimento come l'Asst Gaetano Pini- Cto abbia adottato un approccio del tutto lassista rispetto alla prevenzione dei fenomeni corruttivi e addirittura negazionista rispetto alla risposta investigativa all'emersione degli stessi". 

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