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Attualità Stazione Centrale / Via Gianfranco Zuretti

Da oggi Milano ha una targa per Abba, ucciso "da odio e razzismo"

Una targa per ricordare il 19enne ucciso 15 anni fa per aver rubato dei biscotti in un bar

Sono passati 15 anni dal 14 settembre 2008, giorno in cui Abba, Abdoul Guiebre, ragazzo di 19 anni originario del Brukina Faso, ma nato in Italia, viene ucciso in via Zuretti a colpi di spranga. I proprietari del bar da cui è uscito di corsa - padre e figlio - pensano abbia rubato l’incasso. Lo inseguono e una volta raggiunto lo colpiscono alla testa. L’aggressione è violenta e il ragazzo, trasportato in coma all’ospedale, è dichiarato morto poche ore dopo. Ucciso per aver preso, in realtà, due pacchi di biscotti e due barrette di cioccolato. 

Sabato nel giardino pubblico di Cassina de’ Pomm, tra le vie Zuretti e Tirano, pochi giorni dopo il 21 marzo, la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, il Comune di Milano ha svelato una targa in memoria di Abba dedicandogli queste parole: “A  pochi passi dalla strada dove trovò la morte, il Comune di Milano ricorda Abdoul Guiebre Abba affinché la memoria del suo omicidio serva a comprendere la necessità di rifiutare la violenza, l’odio e il razzismo per costruire città inclusive e una società di uguali”.

Alla cerimonia hanno partecipato l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, il presidente del Municipio 2, Simone Locatelli, il Comitato “Per non dimenticare Abba e fermare il razzismo”. Presenti anche i familiari del ragazzo.

"La violenta uccisione di Abba di cui tutti abbiamo memoria - ha detto l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi - ci colpì perché espressione di un agire disumano nato da sentimenti di odio e di razzismo. La nostra speranza ma anche il nostro impegno è che fatti come questi non si ripetano più, che si radichi e cresca nella nostra comunità la cultura dell’uguaglianza, dell’accoglienza, del rispetto di ogni persona. Perché Milano è una città contro ogni razzismo e discriminazione dove tutti devono sentirsi cittadini e uguali fra loro”.

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