rotate-mobile
Attualità Quinto Romano / Via Caldera

L'azienda milanese che assume donne rifugiate (con contratti a tempo indeterminato)

L'iniziativa di Techedge, azienda milanese. Lunedì visita in sede di un gruppo di donne

Rifarsi una vita. Ricominciare a lavorare per riprendere possesso della propria esistenza. Lunedì il gruppo Techedge, multinazionale nata in Italia e attiva nella progettazione e sviluppo di tecnologie software, ha aperto le porte dei propri uffici milanesi a un gruppo di donne rifugiate provenienti da tutta Italia. Obiettivo: "Individuare - spiega la stessa società - chi ha le competenze tecniche, tecnologiche e teoriche necessarie per lavorare in azienda e offrire loro un contratto a tempo indeterminato, aiutandole così ad emanciparsi e uscire da una situazione difficile". 

Si tratta - si legge in una nota - di "un'iniziativa che si inserisce all’interno dell’edizione 2021 del progetto TF4woman, creato dall’organizzazione internazionale no-profit Techfugees e pensato per aiutare le donne rifugiate a reinserirsi nel mondo del lavoro in Italia, Francia e Grecia".

Le donne che hanno partecipato alla visita in azienda, che ha sede in zona San Sio, "hanno avuto la possibilità di confrontarsi con alcuni dei professionisti interni a Techedge, facendosi un’idea più precisa di quali siano i campi di applicazione di alcune tecnologie e di quali siano i livelli di competenza e conoscenza necessari per poter lavorare in una multinazionale del tech".

"I criteri di selezione delle ragazze che partecipano a Tf4women sono molteplici, ma non includono l’età o l’area geografica: le uniche regole inderogabili sono maggiore età, motivazione ed essere titolare di protezione internazionale. La maggior parte delle donne scelte è laureata in materie digital e tech che non possono equiparare il percorso di studi in Italia: spesso sono donne che vivono nel Paese da diversi anni - più di 5 solitamente - e che non riescono a trovare lavori adatti alle loro competenze", spiegano dalla società, che per trovare le ragazze si appoggia alla rete Sprar comune di Milano e croce rossa italiana, ma anche attraverso diverse community online. 

“Siamo felici di collaborare e far parte di questo progetto", ha sottolineato Giorgio Racca, Csr director Techedge. “Per noi è fondamentale contribuire all’inclusione delle persone e, grazie alla loro competenza, alla crescita del mondo digitale. L’inclusione delle donne in contesti tech è un assoluto valore aggiunto. Quest’anno partecipano al programma 14 ragazze e speriamo di poterne accogliere un paio nella nostra realtà, al più presto, per dar loro un’opportunità all’altezza delle loro conoscenze, ma soprattutto per accrescere, grazie a loro, le nostre competenze”. 

“Techedge sta supportando Techfugees dal suo primo giorno in Italia, implementando il programma #Tf4Women Fellowship e incrementando la visione condivisa di una tecnologia inclusiva”, gli ha fatto eco Matilde Spoldi, country programme manager Italia, Techfugees for Impact. “Coinvolgere i propri dipendenti come volontari, donare smartphone o accogliere le Fellows all’interno del loro ecosistema, sta apportando un contributo importante all’obiettivo di Techfugees di accelerare l’inclusione professionale delle donne rifugiate nei lavori digitali e tecnologici”. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'azienda milanese che assume donne rifugiate (con contratti a tempo indeterminato)

MilanoToday è in caricamento