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Martedì, 16 Aprile 2024
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Battisti in Italia, ma tre ex terroristi milanesi rimangono all'estero: chi sono

Sergio Tornaghi, Maurizio Baldessenori e Oscar Tagliaferri restano latitanti

Dopo essere stato arrestato in Bolivia, l'ex terrorista Cesare Battisti è arrivato in Italia, dove "dovrà scontare la sua pena per i gravi crimini di cui si è macchiato", come ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel frattempo, però, sono decine i latitanti, rossi e neri, che rimangono all'estero. Tra di loro anche tre milanesi: Sergio Tornaghi, Maurizio Baldessenori e Oscar Tagliaferri.

Chi sono i terroristi latitanti di Milano

Sergio Tornaghi militava nella colonna milanese delle Brigate Rosse 'Walter Alasia' ed è stato condannato all'ergastolo per partecipazione a banda armata. L'uomo vive da decenni in Francia, dove è stato protetto a lungo, così come altri ex terroristi, dalla 'Dottrina Mitterand', introdotta dal presidente François nel 1982. In base a questa politica del diritto d'asilo, il paese può valutare "la possibilità di non estradare cittadini di un Paese democratico autori di crimini inaccettabili", nel caso di richieste avanzate da Paesi "il cui sistema giudiziario non corrisponda all'idea che Parigi ha delle libertà".

Oscar Tagliaferri a Milano fece parte del Collettivo comunista metropolitano e di Prima Linea, ed è ricercato per omicidio. L'uomo, che si troverebbe in Perù, partecipò all'assassinio di Giampiero Grandi, presunto spacciatore di eroina, insieme alle 'Squadre Proletarie di Combattimento per l'Esercito'. Il delitto sarebbe stato compiuto come azione punitiva nei confronti degli spacciatori. Tagliaferri fu inoltre condannato per la strage di via Adige del 1978: il triplice omicidio a sfondo ideologico in cui morirono il tappezziere Pier Antonio Magri, il detective privato Domenico Bornazzini e il macellaio Carlo Lombardi.

Maurizio Baldessenori, nato a Milano nel 1950, lavorò come operaio prima di avvicinarsi a Prima Linea proprio attraverso Oscar Tagliafierri. Il 59enne, latitante in Sudamerica, in gioventù prese parte all'omicidio di Grandi e alla strage di via Adige, che lo vide insieme a Tagliaferri, freddare le tre vittime con un fucile Smith & Wesson e un revolver Astra 357 magnum. Nel 2013 alcuni parenti di Baldessenori hanno chiesto la dichiarazione di morte presunta, ma la domanda non è stata accolta e il giudice Ilaria Mazzei ha chiesto alla Procura della Repubblica di riprendere le ricerche del latitante nel settembre del 2014.

Indagini sulla "rete di protezione" di Battisti

Intanto la procura di Milano ha aperto un fascicolo d'indagine sulla rete che avrebbe aiutato Cesare Battisti durante la latitanza. L'indagine, al momento, è senza indagati e senza ipotesi di reato. E' affidata ad Alberto Nobili, che nella procura di Milano si occupa di antiterrorismo e che attende la relazione della Digos per iniziare a indagare. 

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