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Statale, i transessuali avranno diritto a un alias

Il senato accademico ha stabilito che chi decide di cambiare sesso avrà garantita un'identità diversa da quella anagrafica

Il diritto a un'identità alias per le persone che decidono di cambiare sesso, anche prima che la transizione sia completata. È quanto verrà garantito ai transessuali dell'Università degli Studi di Milano grazie alla decisione presa all'unanimità dal senato accademico nella seduta del 10 luglio. In futuro pertanto chi decide di diventare del sesso opposto potrà farsi chiamare con uno pseudonimo, evitando di essere associato alla vecchia identità anagrafica.

A poter utilizzare un nome diverso da quello riportato sui documenti non saranno solo gli studenti dell'ateneo, ma anche i professori, il personale tecnico e amministrativo, i ricercatori e gli assegnisti. Il regolamento per l'attivazione di un'identità alias per persone in transizione di genere, come riportato in una nota dell'Università, ha l'obiettivo di "promuovere il riconoscimento dei diritti della persona in transizione di genere al fine di eliminare situazioni di disagio e forme di discriminazioni legate al sesso, all'orientamento sessuale e all'identità di genere".

I transessuali della Statale avranno quindi una difficoltà in meno lungo il difficilissimo percorso di cambiamento del proprio corpo. Badge con nome e cognome dell'idendità alias o, in caso di personale dell'Università, targhette identificative da apporre sulla porta dell'ufficio dove lavorano verranno forniti a tutte le persone trans della Statale dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità. La misura adottata dal senato accademico dovrebbe avere l'effetto di attenuare le forti discriminazioni di cui le persone transessuali sono oggetto in ambito sociale e lavorativo.

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