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Famiglie arcobaleno, Sala trova altri sindaci e tornerà a trascrivere i figli all'anagrafe

L'intenzione di sette sindaci di grandi città italiane

Sulle prime si era fermato, dopo la circolare della prefettura. Ma ora, forse soprattutto dopo avere trovato altri sindaci che faranno lo stesso, Beppe Sala, primo cittadino di Milano, è deciso a tornare a trascrivere i certificati di nascita di bimbi che hanno due mamme. Lo si evince da una nota congiunta di sette sindaci italiani, tutti di centrosinistra.

Oltre a Sala, la 'compagine' è composta da Roberto Gualtieri (Roma), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari). Nella nota congiunta si legge anche che "nelle prossime ore il sindaco di Milano Beppe Sala sarà a Bruxelles, dove rappresenterà le nostre posizioni".

Mercoledì mattina a Bruxelles Sala ha poi aggiunto che le registrazioni sono state fermate "non perché manchi il coraggio ma perché il rischio è che le procure, entro poche settimane, abroghino le registrazioni", e ha detto che vuole che il parlamento europeo se ne occupi. Il sindaco di Milano ha affermato che, in tutta Italia, si parla di "qualche decina di registrazioni fatte e alcune in attesa". Tuttavia per Sala non è una questione minoritaria: "I numeri dicono una parte della verità. Bisognerebbe incontrare le famiglie che chiedono la registrazione, come ho fatto io. Quando ascolti le loro storie quando capisci attraverso che cosa sono passati, quando ascolti le loro richieste e le loro aspettative, capisci che anche se non sono numeri eccessivi", è una questione "fondamentale. Noi oggi ne abbiamo pochi in aspettativa, ma questo esserci fermati così bruscamente ha creato oggettivamente un problema significativo nella nostra comunità".

Lunedì era stata presentata alla Camera dei deputati un'iniziativa rivolta a sindaci e consigli comunali da parte di Radicali Italiani e +Europa: il testo di una 'mozione tipo' da far votare affinché i sindaci registrino all'anagrafe i figli di coppie 'arcobaleno' indicando entrambi i genitori. Da due anni la Corte costituzionale aveva invitato il parlamento a intervenire per colmare il vuoto di tutela della legge italiana per i bambini nati da coppie dello stesso sesso.
 

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