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Trenord dice di non avere "offeso nessuno" con la famosa lettera a tutti i suoi clienti

Nella lettera i toni erano piuttosto accesi ("sedicenti rappresentanti dei viaggiatori", ad esempio) ma ora l'ad Piuri dice che non c'era niente di offensivo

La famosa lettera di Trenord a tutti i clienti? "Non abbiamo offeso nessuno". L'amministratore delegato dell'azienda, partecipata da Regione Lombardia, Marco Piuri, ha difeso la missiva che aveva creato polemiche, firmata dal direttore della comunicazione Paolo Garavaglia, con la quale l'azienda stessa rispondeva alle critiche dei comitati dei pendolari e delle opposizioni regionali (centrosinistra e Movimento 5 Stelle). Piuri ne ha parlato in commissione regionale territorio giovedì pomeriggi.

"La mail di Garavaglia agli utenti - ha detto - è stata condivisa e autorizzata da me. Ci è sembrato giusto dare una risposta a chi usa i nostri servizi. Pensiamo di aver fatto un'operazione di comunicazione molto trasparente, parlando a quasi un milione di persone che utilizzano i nostri servizi". La lettera (inviata via mail a chiunque avesse fornito il proprio indirizzo all'azienda, anche 'una tantum') seguiva di qualche giorno una richiesta alla Regione Lombardia da parte dei comitati di pendolari.

E in molti avevano notato proprio la discrepanza tra una richiesta di chiarimenti inviata al responsabile politico (il presidente della giunta Attilio Fontana) e una risposta pervenuta direttamente da parte dell'azienda interessata (Trenord) anziché da quel responsabile politico. Un'altra critica riguardava invece proprio i toni della lettera, che giovedì Priuri ha difeso negandone l'aggressività.

La lettera forniva sì molte cifre sul servizio, ma si lasciava anche andare ad espressioni come "qualche sedicente rappresentante dei viaggiatori" per definire comitati anche abbastanza storici dei pendolari; oppure, "si è parlato molto e fuori luogo" del numero di lavoratori necessari per garantire il servizio ferroviario. 

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