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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Le asportano un tumore di 20 centimetri (dal rene al cuore) senza lasciare cicatrici, è il primo caso al mondo

L’intervento è durato nove ore e ha visto alternarsi al tavolo operatorio l’équipe degli urologi e quella dei cardiochirurghi

Le hanno tolto un tumore lungo 20 centimetri tra il rene e il cuore senza lasciare tracce. Il primato appartiene ad una squadra di urologi e cardiochirurghi dell’ospedale Niguarda di Milano. Hanno rimosso il tuomore al rene su una paziente di 83 anni, senza aprire né torace né addome. Si tratta di un intervento di chirurgia mininvasiva, fatto grazie all’uso combinato di robot e cannula aspira-tumore, senza precedenti al mondo. La cannula aspirante è stata inserita dalla giugulare per arrivare al cuore con l’obiettivo di rimuovere un tumore renale che dalla vena renale, aveva infiltrato completamente la vena cava per risalire fino all’atrio destro del cuore, senza ricorrere alla “chirurgia open” vista l’età e le condizioni di fragilità della paziente.

L'intervento per togliere il tumore lungo 9 ore

L’intervento è durato nove ore e ha visto alternarsi al tavolo operatorio l’équipe degli urologi e quella dei cardiochirurghi. “Vista l’età avanzata e le condizioni della paziente, che a causa di una malattia coronarica aveva da poco subito l’impianto di due stent cardiaci, abbiamo optato per una procedura mininvasiva senza incisione addominali e senza apertura dello sterno – ha commentato in una nota Aldo Bocciardi, Direttore dell’Urologia-. Per farlo siamo ricorsi all’utilizzo del robot chirurgico, usato per rimuovere il rene, sede del tumore”.

Le pinze del robot, inserite tramite delle micro-incisioni addominali sono state usate anche per rimuovere l’infiltrato neoplastico che raggiungeva il cuore. Questo è stato possibile solo dopo che i cardiochirurghi grazie alla cannula aspirante avevano rimosso parte dell’infiltrazione cardiaca per poi spingere la parte rimanente nell’addome dove gli urologi con il robot sono stati in grado di agganciarla e asportarla completamente. In pochi altri centri al mondo è stato utilizzato il robot per tumori renali estesi alla vena cava; nei pochi casi in cui la malattia arrivava nel cuore, non è mai stato fatto con il robot e senza aprire il torace. La localizzazione e l’estensione dell’infiltrazione hanno richiesto un intervento in tempi rapidi per mettere la paziente fuori pericolo.

Intervento record al niguarda: foto di Mattia Longoni

L'intervento dei record spiegato dai medici

“Questo approccio - spiega Claudio Russo, Direttore della Cardiochirurgia - è stato possibile grazie all’utilizzo di un device innovativo. In questo modo l’inserimento della cannula di aspirazione a livello di una vena del collo, collegata ad una pompa centrifuga e ad un filtro, ha permesso l’aspirazione ad alto flusso del tumore. Il sangue aspirato dall’interno del cuore durante l’intervento chirurgico è stato filtrato e re-immesso nel circolo arterioso attraverso un’altra cannula posta all’altezza dell’arteria femorale. Il circolo ad alto flusso ha permesso di aspirare parte dell’infiltrato del tumore e di creare un vacuum che come una ventosa ha agganciato il trombo neoplastico per spingerlo nel circolo dell’addome dove con il robot è stato possibile rimuoverlo”.

Gli urologi e i cardiochirurghi di Niguarda hanno studiato e messo a punto questo intervento realizzato insieme agli anestesisti infermieri e a tutto il personale di sala operatoria. “Una delle difficoltà più grandi ha riguardato l’estensione dell’infiltrazione che attraversava un collo di bottiglia anatomico rappresentato dal diaframma. Per ovviare a questo - indica il cardiochirurgo Giuseppe Bruschi, primo operatore per la parte cardio della procedura - abbiamo dovuto ideare questo doppio approccio dall’addome col robot e con l’aspiratore innestato a livello del collo in modo da poter rimuovere interamente il rene e l’infiltrato neoplastico”.

Aggiunge l’urologo Antonio Galfano, primo operatore che ha eseguito le diverse fasi dell’intervento dalla consolle del robot: “Una fase molto delicata dell’intervento ha riguardo la derotazione del fegato, eseguita con il robot. Con questa manovra l’organo è stato spostato temporaneamente dalla sua sede naturale per permettere il passaggio degli strumenti chirurgici endoscopici per l’asportazione del trombo”.

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