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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Finisce in Parlamento la visita del consigliere a Cospito: "Usato per trasmettere messaggi all'esterno"

L'ex consigliere regionale Usuelli, dopo la visita, aveva riferito alcune frasi dell'anarchico detenuto a Opera. E c'è il caso del cappello che il politico voleva donare a Cospito, ma gli è stato impedito dal carcere

Finisce in parlamento, in un'interrogazione al ministro della giustizia, la visita ispettiva che l'ormai ex consigliere regionale Michele Usuelli (+Europa/Radicali) ha svolto presso il carcere di Opera per verificare le condizioni di Alfredo Cospito, anarchico detenuto al 41bis e in sciopero della fame. Motivo? Le dichiarazioni rilasciate da Usuelli al termine della visita, con cui il politico radicale (non più rieletto alle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio) ha riferito alcune parole che gli erano state dette da Cospito. Il regime del 41bis infatti prevede tra l'altro il divieto di comunicazioni con l'esterno, mentre (almeno secondo Pino Bicchielli, di Noi Moderati, che ha presentato l'interrogazione) in questo caso Cospito avrebbe potuto 'utilizzare' Usuelli, ovviamente con quest'ultimo in buona fede, per lanciare messaggi ai suoi compagni.

Tra le dichiarazioni di Cospito, riportate da Usuelli dopo la visita, quella secondo cui l'anarchico non starebbe facendo una battaglia personale ma "di sistema". E poi che Cospito non vuole morire e non vuole essere strumentalizzato né martirizzato. La risposta del ministro della giustizia Carlo Nordio sembra confermare i dubbi dell'interrogante. Ha riferito il ministro che, durante l'incontro, durato circa venti minuti, Usuelli sarebbe stato "più volte richiamato" dal direttore del carcere di Opera, presente al colloquio, proprio per evitare che i due trattassero temi non permessi. 

Il cappello negato

E poi un episodio curioso. Usuelli avrebbe chiesto, secondo la relazione di Nordio, di regalare a Cospito un cappello afghano, di quelli usuati anche dai mujaheddin che combattono contro i talebani, ma il dono non è stato autorizzato sempre a causa delle limitazioni previste dal 41bis. Ci si chiede come mai a un detenuto, seppure in regime di 'carcere duro', sia vietato possedere un cappello. Ma sta di fatto che il dono non è stato possibile. Nordio, comunque, si è limitato a rispondere sulla parte relativa alla visita all'interno delle mura carcerarie, specificando che il ministero non è competente per quanto riguarda le successive dichiarazioni di Usuelli alla stampa.

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