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Burioni sulla "variante giapponese" del covid (E484K, "Eek"): "Basta varianterrorismo"

Sulla questione è intervenuto il noto virologo dell'ospedale San Raffaele di Milano

Recentemente molti giornali hanno affrontato il tema della cosiddetta variante giapponese del coronavirus, la mutazione E484K, conosciuta anche con il nome di "Eek". Secondo quanto riportato dalle agenzie stampa, la variante è stata scoperta nell'ospedale universitario di Tokyo, dove il 70% dei pazienti con covid era stato contagiato da quel particolare tipo di variante. Il tema che risuona sui mezzi riguarda l'eventuale efficacia dei vaccini contro la mutazione.

Il varianterrorismo, Burioni smonta le paure

Sulla questione è intervenuto Roberto Burioni, noto virologo dell'ospedale San Raffaele di Milano, da un po' di tempo impegnato a smontare gli allarmismi relativi alle varianti che lui stesso ha nominato: varianterrorismo. "La variante EEK non aggira per nulla i vaccini più efficaci" di Pfizer e Moderna e che peraltro "i vaccini 'meno efficaci' sono comunque molto efficaci nel proteggere (in generale) dalla malattia grave. Il fatto è che due dei vaccini (quelli a mRNA) sembrano proprio essere qualcosa che non ha paragoni, di un'altra categoria". Non è il caso di fasciarsi la testa.

E ancora, in un altro tweet il virologo scrive: "La variante B.1.351 (sudafricana) contiene la mutazione E484K (Eek) della quale tanto sentire parlare in questi giorni. Il vaccino Pfizer sembra essere molto efficace contro di essa. Basta varianterrorismo".

Variante Giapponese, Roberto Burione-2

Dobbiamo preoccuparci della "variante giapponese"

Dobbiamo preoccuparci della "variante giapponese" Eek? Al momento non risulta ci siano studi specifici nei confronti di questo particolare ceppo del virus, di cui sappiamo a malapena che condivide la mutazione della proteina spike E484k con varianti già note, come quella sudafricana.

Come sottolineato da Roberto Burioni, non mancano comunque i motivi per essere ottimisti. Secondo una ricerca realizzata in Texas e pubblicata di recente dal New England Journal of Medicine, il vaccino Pfizer-BioNTech sembra ad esempio molto efficace contro la variante brasiliana (la stessa che sfugge agli anticorpi dei guariti ed è spesso capace di reinfettare) e ha mostrato un'efficacia "robusta, ma inferiore" contro la variante del Sud Africa.

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