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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Via Padova, non solo degrado: dalla palestra per concerti jazz al bar rétro

L'associazione Via Padova Viva sta stilando un elenco delle associazioni, degli studi e degli spazi che promuovono attività sociali e culturali nella zona

Una palestra dal nome greco, con un pianoforte e fiori freschi all'entrata; la casa di uno scultore divenuta un housing sociale; un locale arredato con oggetti e mobili anni '70; uno studio di architetti che costruiscono con materiali di recupero. Sono solo quattro delle realtà incluse nell'elenco che l'associazione Via Padova Viva sta stilando per mettere in rete associazioni, negozi, studi e spazi di via Padova. "In tutto saranno una cinquantina", racconta a MilanoToday Donata Schianini, volontaria dell'associazione, incaricata di creare la lista, "si tratta di realtà dedite alla promozione di attività sociali e culturali nella zona".

Il progetto

Ma a che scopo elencare tutti questi spazi? "L'obiettivo", specifica Donata, "è duplice: da una parte vogliamo dimostrare che via Padova non è solo quella che raccontano i media (questo non è l'inferno, anzi, c'è un numero incredibile di realtà positive); dall'altra, siamo determinati a creare sinergie tra queste realtà, che in alcuni casi nemmeno si conoscono". E sulla qualità degli spazi inclusi nella lista dell'associazione non c'è alcuni dubbio. Se da Heracles Gymnasium (via Padova 21), l'ex campione di boxe Renato De Donato, oltre a insegnare pugilato, suona il jazz al piano in compagnia di altri artisti, alla Salumeria del Design (via Cecilio Stazio, 18) è possibile sorseggiare un cocktail circondati da un'atmosfera vintage (occhiali del barman inclusi). Poi c'è il P12 (via dei Transiti, 12), dove un gruppo di architetti realizza arredi con ferro e metallo di scarto, e insegna a costruire con questi materiali ai ragazzi sordomuti. Tra i luoghi più che degni di nota anche Via Padova 36, lo stabile dove abitava l'artista Marco Mantovani e nel quale oggi è ospitato un housing sociale con diversi appartamentini "e un negozio di abbigliamento dove si può comprare un soprabito per soli 12 euro".

Oltre la paura

Per ora il progetto di Via Padova Viva prevede un elenco sintetico di associazioni ed esercizi, ma presto potrebbe diventare una vera e propria rete per mettere in contatto queste realtà e creare collaborazioni. Per la signora Donata i problemi del quartiere a nord-est di Milano, dove lei ha passato gli ultimi 25 anni della sua vita, possono essere ridotti a tre punti: "Innanzitutto il traffico. Io vorrei andare in bicicletta, mi sposterei così se potessi. Ma il numero di macchine presenti me lo impedisce. Poi la paura che la gente ha degli stranieri. Non gli stranieri in sé, perché io ho vissuto qui per un quarto di secolo e non mi hanno mai fatto niente. E infine il disagio abitativo: molti condomini sono indebitati e non possono fare la manutenzione che sarebbe necessaria". L'idea di mettere nero su bianco nomi, contatti e attività dei luoghi positivi di via Padova magari non risolverà tutte le problematiche del quartiere, ma di certo aiuterà a dare risalto a chi fa cultura e offre servizi sociali in un contesto difficile, contribuendo anche a combattere paura e ghettizzazione.

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