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Venerdì, 19 Aprile 2024

L'editoriale

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

Benissimo la Zona 30, ma rischia di essere inutile

Milano Zona 30? Finalmente un provvedimento coraggioso e importante inizia ad essere ipotizzato per il futuro. Ma senza una radicale riduzione dei posteggi in strada la misura sarà inutile

Milano Zona 30 è diventato l’argomento della settimana anche a livello nazionale. Cosa penso dell’approvazione di questo ordine del giorno? Da una parte mi fa piacere, dall’altra mi fa paura. Vediamo perché.

Mi fa piacere perché il sì dell’Aula a questa misura fa suonare una piccola sveglia contro il torpore che tante volte ho sottolineato in queste pagine. La città sembrava aver abbandonato il suo afflato innovatore e il suo abbrivio di auto rigenerazione partito dall’Expo del 2015. Gli indizi profondi di questa volontà di crescere e di mettersi al passo con le migliori città del mondo li ravvisi soprattutto nella mobilità e sulle impopolari scelte di sostenibilità, solo che questi indizi si facevano sempre più rarefatti. Dunque una piccola scossa che non può che essere salutata positivamente. E allora perché ho paura? Di cosa sono preoccupato?

Sono preoccupato del fatto che questa storia si trasformi in una battaglia politica (fa fede l’imbarazzante tweet di Matteo Salvini subito dopo l’approvazione a Palazzo Marino: “Zona30? I milanesi vogliono lavorare…”) capace di oscurare nel corso di tutto un anno i veri obiettivi e in grado di mettere da parte le altre battaglie. Altre battaglie sì, perché instaurare Zone30 non basta e non risolve. 

Non fraintendetemi, lavorare sulle Zone 30 è fondamentale. Lo dimostrano i numeri, i dati, le ricerche, le città dove questa misura è diffusamente applicata. La Zona 30 è necessaria ad una città, ma non sufficiente a garantire una mobilità privata sostenibile. Per arrivare ad un reale obiettivo Milano deve intraprendere con grande lucidità una battaglia ancora più impopolare (e ancora più urgente): la battaglia contro la sosta indiscriminata delle auto su suolo pubblico, contro l’eccessiva disponibilità di parcheggi su strada che genera una anomalia nel traffico e droga la percezione dei cittadini.

Perché i Milanesi posseggono più auto degli altri cittadini europei?

Perché a Milano ci sono 55 auto ogni 100 abitanti contro le altre città europee comparabili che stanno in una forbice tra le 25 e le 45? Indovinato: ci sono troppe auto perché ci sono troppi parcheggi a disposizione dove tenerle. E così puoi liberamente scegliere di avere la seconda, la terza, la quarta auto di famiglia, tanto la puoi tener parcheggiata gratis sotto casa, magari in una aiuola o sopra le radici di un povero albero e usarla una volta al mese quando si parte per la Liguria o per la montagna. È vero, negli ultimi giorni si è favoleggiato finalmente anche di un pagamento del parcheggio dei residenti, ma si parla di cifre irrisorie (100 euro l’anno) e solo dalla seconda macchina di famiglia in poi. Quello che bisogna fare invece è riqualificare la città iniziando ad impedire la sosta dove non è consentita a partire dalle aiuole, le aree verdi e sterrate, i marciapiedi, le seconde file. Liberare i grandi viali storici ottocenteschi e novecenteschi dal ricatto delle lamiere che li rende brutti quando sarebbero straordinari architettonicamente e paesaggisticamente. Lo si può fare con poco sforzo e con risultati immediati. Questa scelta, ancor prima della Zona30, è capace di ridurre massicciamente il traffico, l’incidentalità, l’inquinamento che avvelena la città e che nell’ultimo anno è perfino aumentato. 

La Zona 30 deve venire assieme ad una lotta alla sosta selvaggia

L’abnorme quantità di parcheggi su suolo pubblico (autorizzati o tollerati) è anche il motivo per cui le grandi zone a traffico limitato cittadine (l’Area C e l’Area B) sono costantemente sotto pressione. Se so che in quella data zona della città non trovo posteggio in alcun modo (o lo trovo solo in strutture a pagamento), evito di andarci in auto: ci vado in metro, a piedi, in bici, in taxi. Se invece so con certezza che un buco su qualche aiuola o addosso a qualche albero si trova sempre, sono invogliato a prendere l’autovettura. Non vorrei che arrivassimo nel 2024 ad avere una città dove tutti, rigorosamente a 30 all’ora, continuiamo ad avere un numero smisurato di vetture di proprietà e a parcheggiarle irregolarmente a decine di migliaia ogni giorno. Non a caso le Zone30 realizzate in tutta Europa insistono in aree dove il problema del redesign delle strade era stato già ampiamente affrontato e risolto.

La Zona 30 dunque non va né demonizzata come un grande ostacolo (non lo è: già oggi in città la velocità media è ben inferiore ai 30km orari) né glorificata come la panacea di tutti i mali della mobilità milanese. La Zona 30 è solo uno strumento da utilizzare assieme ad altri strumenti per arrivare all’obiettivo di ripensare e ridisegnare le nostre strade urbane. Affinché tornino ad essere strade appunto, e smettano di essere caotiche e pericolose autorimesse a cielo aperto su suolo pubblico. Ogni amministrazione, se parliamo di gestione della mobilità privata, va valutata solo con un parametro: quanti posti auto ha eliminato dalle strade?

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