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Non basta 'aggiustare' le case per cambiare i quartieri popolari

Con la nuova giunta, Beppe Sala ha accorpato le deleghe alla casa e al piano quartieri (e le ha assegnate entrambe a Maran). Ecco perché è una scelta saggia

Alcune carte sul tavolo sono cambiate con la nuova giunta di Beppe Sala, per il suo secondo mandato da sindaco di Milano. Le deleghe sono state in qualche caso 'riaccorpate'. La novità principale è la scelta di tenere insieme le deleghe alla casa e al piano quartieri, entrambe assegnate a Pierfrancesco Maran, campione di preferenze (è il consigliere più votato d'Italia il 3-4 ottobre) e prossimo a crescere politicamente fuori da Palazzo Marino. Magari verso la Regione, che sulle case popolari ha parecchie competenze (e responsabilità).

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Le cosiddette "periferie", termine oggi fuori moda, sono contenitori di vita quotidiana, non soltanto luoghi in cui tornare a dormire. L'abitare è un elemento, poi ci sono i servizi pubblici, i negozi, le scuole, i parchi, le aree cani, i mezzi di trasporto, gli uffici (magari i co-working decentrati che sostituiranno l'ormai dannoso 'accentrarsi' dei lavoratori), i luoghi di divertimento, i teatri. Ci sono o dovrebbero esserci. Lo spirito dichiarato dall'amministrazione di Sala, fin dal mandato precedente, è quello di decentrare sempre più la città, non per isolare gli abitanti nei loro quartieri ma per evitare che siano costretti a spostarsi per (quasi) ogni scopo.

Nei quartieri con case popolari, la qualità della vita deriva anzitutto e indubbiamente dalla manutenzione degli edifici e dal decoro dei cortili, dal recupero degli alloggi sfitti e dall'organizzazione (portineria, pulizia e altro): tutte competenze dell'assessorato alla casa (almeno per le case di proprietà del Comune).

Ma può definirsi vita di qualità se ciò che sta intorno alla casa è vivibile: le strade, le piazze, le aree d'incontro, gli esercizi commerciali. I compartimenti stagni non aiutano a risolvere i problemi, mentre tenere insieme le politiche di quartiere e quelle sulla casa consente di impostare una visione ad ampio spettro e intervenire su vari fronti con un'unica direzione. Per fare le cose bene fino in fondo, Comune e Regione devono assolutamente tornare a parlarsi perché, a Milano, le case popolari sono in gran parte di proprietà della Regione. L'intenzione dichiarata da Maran e dal suo "omologo" in Regione, Alessandro Mattinzoli (Forza Italia), è proprio quella di aprire il dialogo. Auspichiamo con buoni risultati.

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