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Mercoledì, 24 Aprile 2024
A Teatro con Giada

A Teatro con Giada

A cura di Giada Giaquinta

Le Baccanti di Euripide al Teatro Verga

Compagnia Teatrale "Teatro Anime Antiche" porterà in scena l'ultima tragedia del grande drammaturgo greco dal 19 al 22 gennaio al Verga per la terza edizione della Rassegna del Dramma Antico per la regia di Filippo Usellini ed Enrica Barel

Le Baccanti è considerata una delle più grandi opere teatrali di tutti i tempi. I misteri bacchici e le figure delle Baccanti si rifanno a una lunga tradizione letteraria greca, poi ripresa durante il Rinascimento italiano e in varie opere, tra cui l'Orfeo di Poliziano e i Baccanali di Giovanni Pindemonte. L'opera fu scritta da Euripide alla corte di Archelao (re di Macedonia) e solo quando l'autore morì, pochi mesi dopo averla completata, venne rappresentata ad Atene. In apparenza il suo messaggio è un monito a tutti gli uomini ad adorare sempre gli dei e a non mettersi contro di essi (in effetti tradizionalmente quest'opera era sempre stata considerata un'opera religiosa, in virtù anche della riscoperta della religione da parte di un autore che per tutta la vita era stato sempre considerato un "laico"), ma ad un'analisi più attenta la tragedia rivela forti ambiguità che modificano sensibilmente il messaggio, (come bene ha messo in luce la critica degli ultimi decenni).

Dioniso, dio del vino, del teatro e del piacere, era nato dall'unione tra Zeus e Semele, donna mortale. Tuttavia le sorelle della donna ed il nipote, nonchè re di Tebe, Penteo per invidia ne negarono la natura divina e sparsero la voce che Dioniso in realtà non era che un comune mortale, nato da una relazione tra Semele ed un uomo qualunque. Nel prologo della tragedia, Dioniso afferma di essere sceso tra gli uomini per convincere tutta Tebe di essere un dio e non un uomo. E per far questo, ha indotto un germe di follia in tutte le donne tebane,  fuggite sul monte Citerone a celebrare riti in onore di Dioniso, diventando quindi Baccanti,  (Bacco, altro nome di Dioniso). Ciò non basta per persuadere Penteo a ritirare la sua ingiuria nei confronti di Dioniso: egli rifiuta strenuamente di riconoscere un dio in Dioniso e lo definisce solo una sorta di demone. Invano suo nonno Cadmo  e l'indovino Tiresia tentano di dissuaderlo.   Nel frattempo dal monte Citerone giungono notizie inquietanti: le donne, invasate dalla follia, compiono riti e rituali a volte incredibilmente violenti a dimostrazione della grandezza e della forza del dio. Grandezza e forza che Penteo, re di tebe, scoprirà sulla sua pelle.

”Con piacere vedresti ciò che per te è doloroso?” è la domanda che Dioniso rivolge a Penteo, ostinato negatore dei riti dionisiaci che hanno conquistato le donne della sua città e con esse sua madre Agave; nel segno dell’ironia tragica, la domanda rimanda alla fine crudele a cui il dio “terribile e dolcissimo per gli uomini” conduce lo sventurato sovrano, il quale travestito da donna per spiare le azioni delle baccanti ne diventerà la vittima. Se Euripide avesse voluto mettere in scena un'opera religiosa, non avrebbe messo così in evidenza gli aspetti più sconcertanti del dionisismo, ma avrebbe probabilmente posto più l'attenzione sui suoi lati positivi. Per questo motivo alcuni studiosi arrivano a interpretare l'opera in senso del tutto opposto, considerandola non una riscoperta della religione, ma anzi una forte invettiva antireligiosa. Cosa che sarebbe evidente nella critica che Cadmo rivolge a Dioniso verso la fine dell'opera: «non è bene che gli dei rivaleggino nell'ira con gli uomini», critica cui il dio non dà alcuna risposta, limitandosi a ribattere che questa è da sempre la volontà di Zeus.

L'opera sarà in scena dal 19 al 22 gennaio per la regia di Filippo Usellini ed Enrica Barel. In scena la Compagnia Teatrale Teatro Anime Antiche. Con: Alice Arioli, Anna Penati, Barbara Galli, Cesare Musi, Davide Candelli, Elisa Cavallo, Francesco Segoni, Giovanna Mariotti, Giovanni Casalucci, Lorena Gaiara, Maria Gemiti, Nazzareno Patruno, Rossella Toti, Sergio Cantinazzi.

Teatro Verga, via Giovanni Verga, 5

 

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