rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
A Teatro con Giada

A Teatro con Giada

A cura di Giada Giaquinta

Al Carcano i conflitti dialettici del Pigmalione diventano intreccio sulle musiche di Frederick Loewe

E dopo l'indecisa Dona Flor, il teatro milanese apre il sipario ad un'altra scelta d'amore per la contesa Fair Lady


La Compagnia Corrado Abbati porterà in scena al Carcano dal 18 al 21 febbraio,
"My Fair Lady" il più grande successo di portata mondiale di Frederick Loewe.

Accantonato l'intento di George Bernard Shaw che nella prefazione al Pigmalione, il testo da cui è tratta My fair lady, dichiara la propria intenzione di commedia didattica sull’esistenza e l’importanza della fonetica, nel nuovo allestimento in esclusiva per l’Italia il baricentro di questo adattamento si sposta e si interessa non tanto ai conflitti dialettici bensì a quelli dei personaggi.
Certo, si prende atto dell’esistenza della fonetica e della possibilità di far parlare una fioraia come una gran dama, ma per dimenticarsene ben presto e potersi così abbandonare alla “favola possibile” di Eliza, tifare per lei ed attendere il lieto fine.
Sognare, amare, cantare, danzare: ecco gli elementi distintivi che diventano linea guida di questa nuova edizione di My fair lady.
Il ritmo si fa allora più serrato, il dialogo brillante, ricco di aforismi e battute spiritose, i movimenti corografici energici e corali, capaci di amplificare ora i momenti burleschi ora quelli romantici. 
fra gli interpreti troviamo Corrado Abbati, Antonella Degasperi, Fabrizio Macciantelli, Carlo Monopoli, Raffaella Montini, Francesca Dulio; e su tutto, la musica di Frederick Loewe, sentimentale e romantica, briosa e trascinante, sempre vitale, sottofondo e cornice alla storia della giovane fioraia Eliza Doolittle e del professor Higgins, noto studioso di fonetica, che colpito dai suoi modi rozzi e dal suo parlare sgraziato scommette con un collega, il colonnello Pikering, che in sei mesi riuscirà a trasformarla in una raffinata signora degna dell’alta società.
La giovane si trasferisce dunque a casa del professore, per dare inizio alle laboriose lezioni per far perdere alla ragazza le terribili inflessioni dialettali.
Nel frattempo, il padre di Eliza, Alfred, saputo dell’interesse del professore per la figlia, si presenta per approfittare della situazione chiedendo del denaro a Higgins.

Dopo un primo tentativo di presentare Eliza in società, Higgins può finalmente considerare riuscita la sua opera quando Eliza ottiene unanime apprezzamento al gran ballo della regina di Transilvania.
Per Higgins e il colonnello Pikering l’esperimento può così dirsi concluso e, ignorando la ragazza, si congratulano a vicenda.
Eliza, si sente oltraggiata: arrabbiata e delusa abbandona la casa del professore e accetta la tenera comprensione di un giovane aristocratico Freddy che si è innamorato di lei al ballo.
Eliza vorrebbe tornare ad essere quella di prima, ma ormai ha una nuova personalità che le impedisce di tornare alla vecchia vita e, d’altra parte, è ormai profondamente innamorata del suo maestro.
Accompagnata da Freddy, torna al mercato dei fiori a Covent Garden dove incontra il padre che, divenuto ricco grazie a Higgins, decide di sposarsi e di condurre una vita borghese. Higgins intanto, rimasto solo, si accorge dell’importanza di Eliza e confessa che non può vivere senza di lei. Eliza si trova dinnanzi una scelta: il burbero Higgins o il gentile Freddy?

 

 

Si parla di

Al Carcano i conflitti dialettici del Pigmalione diventano intreccio sulle musiche di Frederick Loewe

MilanoToday è in caricamento