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San Siro: cosa c'è dietro lo stadio più famoso d'Italia

L'inaugurazione avvenne il 19 settembre del 1926: la partita, amichevole, fu Inter-Milan. In quegli anni lo stadio era di proprietà della squadra rossonera: i cugini giocarono infatti all'Arena civica fino al 1947...

Partite di campionato, coppe, concerti: sono tanti gli eventi che si svolgono all’interno dello Stadio di San Siro. I lavori di costruzione iniziarono nel 1925 per terminare poco meno di un anno dopo. L’inaugurazione avvenne infatti il 19 settembre del 1926: la partita, amichevole, fu Inter-Milan. In quegli anni lo stadio era di proprietà della squadra rossonera: i cugini giocarono infatti all’Arena civica fino al 1947.

Nel 1980 lo stadio fu intitolato a Giuseppe Meazza e nel 1990 in occasione dei mondiali di calcio, lo stadio venne rinnovato e ampliato. All’interno dello stadio è possibile visitare un museo dedicato alle due squadre di calcio: coppe, maglie e trofei raccontano la storia di un secolo di calcio meneghino. Uscendo dallo stadio, dalla parte del piazzale dello sport, troviamo altri due luoghi storici di questa zona: l’ippodromo ed il trottatoio. Inaugurato nel 1920 l’ippodromo, progettato dall’architetto Vietti Violi ebbe fin da subito un grande successo e venne accolto con entusiasmo dalla popolazione che prima di allora, assisteva alle corse dei cavalli nella zona che oggi chiamiamo parco Sempione. Il trotto arrivò 5 anni dopo.

Notte bianca a San Siro

Tutta la zona che comprende queste due strutture è particolarmente gradevole. Immersi nel verde, non è difficile riuscire ad ammirare cavalli e fantini durante gli allenamenti e sullo sfondo osservare il Monte Rosa ed il Resegone. Da qualche mese tutta la zona è interessata dai lavori di costruzione della nuova linea lilla, la numero 5, che proprio a  San Siro avrà il capolinea.

Procedendo lungo la strada che porta verso via Tesio, possiamo e dobbiamo notare sulla destra quello che rimane delle scuderie De Montel; costruite agli inizi del XX secolo, in uno splendido stile liberty, erano tanto conosciute e frequentate tanto quanto sono ignorate quest’oggi. Gli anni di abbandono, l’umidità e l’incuria hanno reso questo gioiello un rifugio per senza tetto.

Riprendendo la via Caprilli, poco prima di arrivare in piazzale Lotto, sulla destra, nascosta tra le tante case, possiamo vedere quello che rimane della cascina la Bruciata, La Brusada. Già presente nella carta del Clarico del 1600, era di proprietà della famiglia Stampa. Difficile immaginare che nel 1700 occupava uno spazio molto grande, con i suoi edifici rustici e la villa padronale. Nel 1800 all’interno della corte c’era l’Osteria de la Brusada. Qui, la leggenda narra, si fermò Napoleone a mangiare al termine di una ennesima battaglia. Oggi rimane ben poco da vedere: coperta dall’edera e sepolta dall’erba che cresce rigogliosa, la cascina attende di sapere quale sarà la sua fine. 

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