rotate-mobile
MilanoToday

MilanoToday

Redazione

Montenapoleone

Ma voi, oltre alle vetrine, sapete cosa c'è in via Sant'Andrea?

Al civico numero 6 troviamo il palazzo Morando Attendolo Bolognini, stupenda costruzione settecentesca sede del civico Museo di Storia contemporanea e del civico Museo di Milano

Moschino2_SantAndrea12-2Conosciuta come una delle mete dello shopping, la via Sant’Andrea offre la possibilità di un vero e proprio viaggio nel tempo. Al civico numero 6 troviamo infatti  il palazzo Morando Attendolo Bolognini, stupenda costruzione  settecentesca sede del civico Museo di Storia contemporanea e del civico Museo di Milano.

SCOPRI MILANODAVEDERE.IT

E’ evidente, anche a chi è distratto dalla vicine vetrine, lo stile aristocratico, tipico del XVIII secolo: sobrietà all’esterno e uno stile più raffinato nella parte interna. Al primo piano del palazzo è possibile visitare sia la Pinacoteca che l’Appartamento; è proprio la pinacoteca ad offrirci la possibilità di un percorso nella storia della città di Milano.

Qui infatti è ospitata una incredibile e magnifica raccolta di dipinti grazie ai quali è possibile vedere come era la città  tra il 1600 ed i primi del 1900. Alcune opere sono documenti preziosissimi che raccontano li della città oggi completamente stravolti e quindi difficili da riconoscere. In altri è possibile ammirare momenti della storia meneghina, come per esempio l’entrata trionfale di Giuseppe Garibaldi in quella che oggi chiamiamo piazza XXV Aprile.  Nell’appartamento monumentale lo sguardo non può che levarsi verso il soffitto, dove nella sala dell’Olimpo l’affresco Incoronazione di Giunone da parte di Giove lascia a bocca aperta. Di notevole interesse sono anche le porcellane cino-giapponesi i cui colori blu, verde e rosa affascinano il visitatore. 

Poco più avanti, appena lasciata via Sant’Andrea incontriamo il palazzo del Senato: nel 1579 si insediò il collegio elvetico al  posto  di un antico monastero delle suore umiliate; qualche anno dopo il cardinale Federico Borromeo diede incarico prima a Fabio Mangone ed in seguito a Francesco Maria Richino di costruire la nuova sede.  All'interno del palazzo vennero realizzati due cortili, tanto belli quanto unici; la soluzione adottata per la loro realizzazione, suscitò molti apprezzamenti, tanto è che Carlo Bianconi nella sua Nuova Guida di Milano  del 1787 così si espresse: “una delle più belle, e corrette Fabbriche, rispetto all’interno, che vanti l’Italia” e “Abbiamo adunque il piacere non solo di assicurare il Forestiere del suo vero Autore ma di lusingarci che passeggiando egli sotto i di lei portici potrà sembrargli d’essere in Atene ai felici tempi di Pericle, o in Roma a quelli d’Augusto.”

Con la soppressione nel 1786 del collegio svizzero, gli austriaci lo utilizzano come  sede del Governo austriaco, per poi diventare con la dominazione francese sede della Camera Bassa della Repubblica Cisalpina. Con la nascita del Regno d'Italia, venne adibito a palazzo del Senato per poi diventare, nel 1872, quello per il quale ancora oggi è conosciuto, l’Archivio di stato, uno dei più importanti d’Italia.

Al suo interno, nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale abbiano distrutto parte dei documenti qui conservati, troviamo  documenti del 721 e carteggi dell’epoca sforzesca. Il palazzo del Senato ospitò, durante il periodo napoleonico, la prima buca delle lettere di Milano. 

Si parla di

Ma voi, oltre alle vetrine, sapete cosa c'è in via Sant'Andrea?

MilanoToday è in caricamento