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Redazione

Bunga bunga e il degrado morale di Milano

Ancora scandali per il presidente del consiglio con Milano questa volta protagonista. La storia di Ruby come paradigma della degenerazione di Milano in cui affari, sesso, politica e tv sembrano ormai un'unica identità. Nel quadretto non manca Nicole Minetti, neo consigliere regionale del Pdl

Ahi ahi ahi Nicole, lo sapevi che ti stavo con il fiato sul collo e cosa mi combini? Finisci in una storia di sfruttamento della prostituzione insieme a Lele Mora e ad Emilio Fede? Ma vediamo nel dettaglio questa ennesima storia che finisce per coinvolgere il presidente del consiglio.

Al centro di questo racconto c’è Ruby, una giovane ragazza marocchina minorenne che dice di aver frequentato la movida milanese e casa del premier in diverse occasioni. La giovane è stata fermata una sera da alcuni agenti di polizia dopo una segnalazione di furto e tradotta in caserma per essere spedita in una comunità di accoglienza: i minorenni trovati senza documenti e non in compagnia dei genitori vengono prima fermati e poi segnalati ai servizi sociali. A sapere dell’arresto di Ruby tramite amiche comuni, la notte stessa dell’accaduto, è Nicole Minetti

Secondo quanto riportato dai giornali Nicole, igienista dentale del premier promossa consigliere regionale, si precipita in questura per cercare in tutti i modi di “liberare” l’amica e farsi carico lei della situazione. Nel frattempo, secondo le indagini della Procura di Milano, anche la presidenza del consiglio si muove per chiedere che la ragazza venga rilasciata dicendo pare che sia “la figlia di Mubarak” (si proprio il presidente dell’Egitto).

Dopo una serie di vicissitudini che potete leggere su tutti i grandi giornali, la ragazza finisce in una comunità protetta e comincia a raccontare della sua vita sfrenata agli assistenti sociali che poi inoltrano le carte al Tribunale dei Minori ma anche a quello penale, vista la gravità di alcune affermazioni della giovane.

E qui mi fermo per due ragioni: 1. Come ho già detto, il tutto è reperibile sui maggiori quotidiani italiani visto che è lo scandalo della settimana e 2. Non è il gossip ad interessarmi in questa occasione e quindi i dettagli scabrosi sono di poca importanza.

Il punto focale di questa vicenda, oltre all’evidente questione morale, ha a che fare con il potere e il ricatto e non solo il presidente del consiglio (anche se la sua storia politica e personale degli ultimi anni lo vede protagonista di diversi scandali). Come si può fare politica nell’interesse della gente se si può essere ricattatati da qualcuno? Come facciamo a sapere se le decisione di un leader ricattato sono prese nell’interesse della collettività o per tenere a bada il ricattatore? Soprattutto quante persone ne possono ricattare un altra per vari motivi? Lascio a voi la risposta…

Per quanto riguarda invece la nostra “bella città”, questa storia conferma che Milano è diventata una sorta di grande postribolo dove ragazza più o meno consapevoli diventano le ancelle di un sistema marcio basato sulla tv, su Lele Mora e sul potere politico e dove i confini di ognuno sono ormai indistinguibili.

Ai posteri l'ardua sentenza?

Nel frattempo...Buona città!

S.
 

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