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Redazione

What a difference five years make...

Formigoni, la Polverini e il Pdl laziali salvati da un decreto "interpretativo" che cambia le regole del gioco (a partita già iniziata). Ma cosa pensavano gli stessi che hanno deciso per questa "leggina" cinque anni fa?

Dopotutto qualcuno lassù mi deve aver dato solo una breve occhiata, perché l’esclusione di Formigoni dalla corsa per le regionali è durata poco.

Il Tar, dopo l’approvazione del decreto “interpretativo” del governo, ha riammesso il listino del presidente della regione uscente (mi immagino solo la gioia di Nicole che vede tornare le luci della ribalta verso di lei!).

Il governo ha fatto letteralmente un colpo di stato: ha cambiato in corso d’opera (con effetto oltretutto retroattivo) le regole del gioco. E’ come se io durante una partita di pallacanestro mi trovassi ad essere giocatore ed arbitro nello  stesso tempo e decidessi che il fallo di “passi” non esiste più  e che anche i canestri che avevo realizzato commettendo il fallo in precedenza ora sono validi. E solo i miei falli di “passi”, gli altri si attaccano al tram!

Come diceva il Marchese del Grillo “Io sono io e voi non siete un cazzo!”

Ora però voglio farvi vedere che cosa dicevano  Berlusconi, Fomigoni e altri della banda nel 2005, quando  l’Alternativa Sociale di  Alessandra Mussolina fu esclusa dalle liste delle regionali del Lazio, per irregolarità.

Formigoni: “Le regole vanno sempre rispettate. E’ giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti  coloro che ne hanno commessi. Gli  organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”.

La Russa: “Posso capire 2, 3 oppure 10 firme contestabili, ma qui si parla di centinaia! Pecioni! Dicono di avere dietro falangi e poi  mettono  insieme 4 firme pure irregolari".

La lista di Alternativa Sociale è stata poi riammessa alle regionali 2005 (che vedevano nel Lazio lo scontro tra l’ormai tristemente famoso Marrazzo e Storace): secondo i giudici infatti, le firme false erano state inserite da persone riconducibili allo staff di Storace.
E allora giù  con altre dichiarazioni…

La Russa: “Bastava che la Mussolini raccogliesse qualche migliaio di firme in più”.

Castelli: “Le firme vanno raccolte onestamente secondo la legge”.

E dulcis in fundo, le parole sulla vicenda del presidente del consiglio Berlusconi (anche all’ora capo del governo): “Sentenza paradossale: riammettere un lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false e non di un cavillo”.

Questa volta sono andati addirittura oltre le sentenze della magistratura, non hanno neanche aspettato che gli organi preposti si pronunciassero in via definitiva, hanno cambiato le regole del gioco…forse minando alle basi i principi stessi di Legge e Democrazia.

Intanto…Buona città!
S.

Ps: per le dichiarazioni del 2005 si “ringrazia” Il Fatto Quotidiano di Venerdì 5 Marzo.
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