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Redazione

Botte da orbi all’ombra del Pirellone

Una rissa tra due esponenti del Pdl mostra tutta la tensione che si respira in casa di Formigoni e soci. Le logiche del potere che prevalgono sulla bontà delle idee. Perché andare a votare alle prossime regionali?

Secondo alcuni importanti editorialisti italiani (Galli della Loggia per dirne uno, mica un pericoloso bolscevico) il regno di Berlusconi e del Pdl è sul viale del tramonto e le tensioni all’interno del partito del premier sembrano farsi sentire. Dopo la semi-debaclè del listino Formigoni in Lombardia, prima escluso e poi riammesso alle regionali, nella nostra regione si respira un’aria ancora più pesante, tanto che qualcuno è arrivato alle mani. 

Bossi per primo ha accusato Formigoni di “tenere la Lombardia al palo” e all’interno del Pdl la tensione sale, tanto che ieri in una riunione nel quartier generale di Viale Monza si è passati dalle parole alle mani: Gianni Stornaiuolo ha steso il suo collega di partito Doriano Riparbelli, il tutto sotto gli occhi del presidente della Provincia Podestà e del ministro LaRussa, attivissimo a Milano.

Da diverso tempo, il Pdl vive uno scontro interno molto forte tra la corrente “laica”, quella ciellina che fa capo a Roberto Formigoni, e quella degli ex militanti di Alleanza Nazionali, fedelissimi di LaRussa. 

Se la scontata vittoria del Popolo delle Libertà in Lombardia a qualsiasi tornata elettorale ha nel passato tenuto “buone” le correnti minori del partito, ora lo strapotere del governatore 60enne vacilla e la sua credibilità è stata messa in discussione: secondo alcune indiscrezioni di stampa, sarebbero in tanti all’interno del Pdl a volere un cambio della guardia. Senza contare poi che la Lega non ha ancora digerito il niet berlusconiano alla candidatura di un uomo “padano” alla presidenza della regione.

Ma veniamo al motivo che avrebbe, secondo Corriere Milano, scatenato la famosa lite: Riparbelli sarebbe stato inserito all’ultimo momento nel listino bloccato del presidente Formigoni causando così il ritardo nella raccolta delle firme necessarie alla presentazione della lista, che devono essere chieste solo una volta che la stessa è completa.

L’episodio, a mio modesto parere, è molto indicativo delle logiche che guidano l’attività politica di questi signori. Un posto in lista non ce lo si guadagna con le proposte per il territorio, ma in virtù di una serie di rapporti personali e di vicinanza al capo di turno (ne è un altro esempio lampante l’gienista dentale Nicole).

Considerando che da tutte le parti arrivano presagi funesti di un forte astensionismo (si parla addirittura del 30%) e magari questa "lite" è venuta fuori e molte di altre liste invece no ma sono avvenute, mi  domando  perché i cittadini della Regione dovrebbero essere spinti a votare quando sanno che le persone che scelgono più che essere competenti sono “amiche di…” o “hanno fatto un favore a…”…La domanda la giro anche a voi: perché andare a votare a questa tornata elettorale regionale?

Nel frattempo…Buona Città!

S.
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