Nuova "guerra" a piazzale Luigi Cadorna. Stavolta sono i Radicali a chiedere - nel giorno della vittoria nella Grande Guerra, 4 novembre - che il generale della disfatta di Caporetto sia eliminato dalla toponomastica. Non tanto per la sconfitta militare (non sarebbe da Radicali), ma per i tanti soldati italiani vittime di esecuzioni o decimazione anche in seguito a quell'evento militarmente catastrofico. Secondo Lorenzo Lipparini (assessore alla partecipazione e segretario dell'associazione Enzo Tortora) e Barbara Bonvicini (tesoriere della Tortora), si contano più di 4 mila soldati condannati a morte in processi sommari, 750 esecuzioni e 350 vittime di decimazione («senza prova di una responsabilità individuale»).

Ai Radicali pare necessario ovviare all'incoerenza tra gli onori toponomastici al generale e le iniziative per riabilitare la memoria di queste vittime, come la legge (già approvata dalla Camera e in lettura in Senato) sui militari condannati alla pena di morte durante la Grande Guerra.

Ma niente "paura": se anche dovesse "passare" la proposta di Lipparini e Bonvicini, la piazza continuerebbe comunque a chiamarsi Cadorna: in onore, però, di Raffaele "senior", padre di Luigi, che da generale guidò la presa di Roma (Breccia di Porta Pia, 1870) e fu poi deputato e senatore per la Destra Storica. Oppure di Raffaele "junior", figlio di Luigi, capo militare dei partigiani (Corpo Volontari della Libertà).

E a Firenze hanno risolto (in tempi non sospetti) il nodo alla radice, con viale dei Cadorna, idea che è piaciuta a Sergio Romano, storico ed editorialista del Corriere della Sera. Sulle targhe, nel capoluogo fiorentino, nessuna aggiunta di date, così che ognuno può farsi venire in mente il Cadorna che preferisce. 

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